L’Eredità di Lubitz

Aerofobia, depressione e panico ecco cosa lascia in eredità il suicidio di Lubitz, un gesto folle e disperato che ha a che fare non solo con la depressione. Salire su un aereo implica “l’affidarsi a… “ ed apre al tema della fiducia in un equipaggio e un comandante, quasi sempre sconosciuti ed estranei; si finisce col fidarsi probabilmente perché rappresentano una compagnia aerea autorevole. Disastri aerei di tale entità e portata possono diventare la miccia che scatena disturbi rimasti latenti per anni i quali prendono forza e vigore manifestandosi in varie forme: depressione, panico o fino alla conclamata aerofobia. Così può capitare che individui apparentemente sani e mai psicologicamente sofferenti improvvisamente sviluppano la paura di volare. Chi soffre di aerofobia può andare incontro a due situazioni particolarmente ansiose: la prima che precede il volo e inizia il momento stesso in cui si prenota, la seconda sull’aereo attraverso forme più acute che possono diventare veri e propri attacchi di panico. L’aerofobo vive un vissuto di costrizione che, se non gestito, si intensifica fino a travalicare ed esplodere. Solitamente gli interventi terapeutici con soggetti che soffrono di aerofobia sono del tipo “Sa che viaggiare in auto è dalle quattro alle dodici volte più pericoloso, e un passeggero dovrebbe effettuare una media di circa 5,3 milioni di voli prima di imbattersi in un incidente? (International Air Transport Association), ossia interventi di razionalizzazione, ma questo non basta poiché è necessario occuparsi della dimensione emotiva … la stessa dimensione emotiva che è diventata per Lubitz ingestibile e che ha scatenato la follia omicida-suicida. Infatti, per quanto dimostrativo possa essere un suicidio, un depresso che decide di morire solitamente dirige tale atto verso se stesso e mai verso 149 persone a lui sconosciute. Insieme alla depressione certamente abbiamo a che fare con una personalità intrinsecamente narcisa e maligna, un soggetto che ha voluto lasciare un segno di se e della sua persona, cercando tra le infinite possibilità di morire, quella che gli ha permesso di avere una certa notorietà da morto più che da vivo … oggi tutti parlano di Lubitz, dai social network ai media. Tale gesto somiglia molto ad una lucida forma di protesta generata in un folle, maligno e spietato, MAI giustificato da un disturbo depressivo poiché, così facendo, si toglie dignità al vero depresso che corre il rischio di confondersi, pensando o credendo che in estremis può diventare proprio come Lubitz.

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