IL CINEMA OGGI: RIDERE E NON PENSARE

Questo articolo prende spunto dal successo registrato da “Quo vado”, ultimo film di Checco Zalone, poiché come psicologo che osserva i funzionamenti degli individui e delle masse, non ci si può non chiedere il perché di tanto successo. Tanti gli interrogativi ai quali per dare le risposte lontanamente vicine alla realtà è necessario chiedersi quale sia la funzione psico-sociologica del cinema. Il cinema è un fenomeno sociale: ci si ritrova in massa, dapprima nelle sale d’attesa, con amici e conoscenti tutti accomunati dal desiderio di vedere il film scelto seguito da confronti, critiche o condivisioni. C’è chi torna a rivedere la pellicola, così da cogliere altre sfumature e significati, c’è chi lascia dietro di se il film e soprattutto i temi che questo ha affrontato. Secondo una prospettiva psico-sociologica la pellicola cinematografica prima che un fenomeno sociale rappresenta “lo spirito sociale” del tempo che la produce; è un fenomeno che ha a che fare con il tempo vissuto del presente, con le paure, i sogni, i desideri dei popoli, con i quali, all’interno della sala cinematografica, ci si identifica o più semplicemente ci si ritrova. Inoltre, entrare in una sala cinematografica è come sognare: il buio della sala, le immagini, il silenzio, i suoni, tutto si configura come la scena onirica. Così non si è solo spettatori di uno spettacolo che va in scena ma di questo ne facciamo parte, identificandoci con i personaggi e le storie e proiettando parti di noi. “Quo vado” incarna lo spaccato politico-sociale della realtà italiana. Le masse si muovono verso le sale cinematografiche come a cercare un luogo dove sperimentare leggerezza, ironicità, dove ridere a ruota libera, e soprattutto dove è possibile allontanare i pensieri dalle preoccupazioni, dai problemi che ciascuno di noi vive nella quotidianità, dove si può non pensare. I temi della quotidianità italo-politica del presente costituiscono lo sfondo di una figura comica e dissacrante, laddove la comicità è visto come mezzo per attrarre le masse. Ogni azione ha sempre una reazione e ci si chiede: quale potrà essere la conseguenza di tutto ciò? Che si corra il rischio di perdere la profondità introspettiva che alcuni film d’autore richiamano in favore di leggerezza e umorismo? O sono queste paure infondate? Come in ogni cosa, la verità non sta mai da una parte sola, così ciascuno di noi dovrebbe imparare a dosare, nutrendosi sia della comicità di Checco Zalone o di altri validi comici e, allo stesso tempo, della profondità di film d’autore che inducono all’analisi interiore seppur con modalità diverse dalla comicità.

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