Frana fra Cefalù e Gibilmanna: massi bloccano la via per l’Osservatorio

Frana fra Cefalù e Gibilmanna. Un grosso masso di circa 400 chili è venuto giù lunedì 19 settembre. Del fatto il signor Antonino D’Alessandro ha dato notizia al sindaco nella giornata di lunedì 26 settembre. «Tale masso – scrive nella missiva indirizzata anche a carabinieri e polizia municipale – franando da un pendio in forte pendenza, è arrivato con elevatissima energia sulla suddetta strada comunale danneggiando il muro di sottoscarpa e quello a valle della strada stessa. È sicuramente superfluo discutere quali terribili effetti avrebbe potuto avere l’impatto di detto masso su un auto o un pedone in transito. Con la presente la prego nuovamente di intervenire tempestivamente, per quanto in suo potere, nel trovare una soluzione definitiva che possa scongiurare drammatici epiloghi». Nella stessa giornata sul posto sono arrivati i Vigili del fuoco per un sopralluogo. Avrebbero costatato l’elevata situazione di pericolo che avrebbero notificato al Comune. La strada non è stata ancora chiusa. Nelle scorse settimane i tecnici del Comune di Cefalù hanno provveduto solamente a porre lungo Contrada Gibilmanna quattro segnali di pericolo Caduta Massi.

Lo scorso 23 marzo un grosso masso era venuto giù sulla strada mentre vi transitava un automobilista. L’uomo ha avuto il tempo di accorgersi di tutto ed evitare il pericolo. La sua auto è sbandata. «Solo per caso fortuito – scriveva allora alla nostra redazione Antonino D’Alessandro – tale masso non ha colpito il sottoscritto con le immaginabili conseguenze che ne sarebbero derivate». Sul pericolo che da tempo esiste su questa strada proprio D’Alessandro ha segnalato più volte la situazione. Dopo l’incidente di quella mattina del 23 marzo D’Alessandro così scriveva alla nostra redazione: «Vi scrivo per mettervi al corrente della situazione di grave pericolo in cui si trova da parecchi anni Contrada Gibilmanna. Tale Contrada collega il Santuario di Gibilmanna con Pizzo S. Angelo, luogo ove sorge Osservatorio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia». La strada da diversi anni versa in condizioni disastrata, ai limiti della transitabilità. Buona parte dei circa 4,5 chilometri sono privi di manto stradale e guardrail, senza illuminazione stradale e con frequente transito di animali selvatici e non. «Il pericolo maggiore – scriveva D’Alessandro – è legato alla frequente caduta massi e alle frane in alcuni punti di detta contrada».

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