Fiduccia: il portiere di calcio che coltiva un grande sogno

Gioca a calcio da diciannove anni anche se ha varcato solo da qualche anno la soglia dei venti. La prima volta che ha indossato le scarpe da calcio aveva appena quattro anni. Protagonista della storia di oggi è Alessio Fiduccia. Un ragazzo semplice, senza grilli per la testa che ha avuto la fortuna di avere una famiglia che lo segue, gli sta vicino e lo supporta su tutto quello che decide di fare, dallo studio, allo sport, al lavoro. Dallo scorso anno con lui in squadra gioca anche suo fratello con cui è molto legato. Il suo sogno è di tornare a Cefalù, trovare un impianto sportivo vero, una grande società e riuscire a portare la sua Cefalù nel calcio che conta. A spingerlo a giocare è stata la passione di sport che si vive nella sua famiglia e in particolare nel calcio. Suo padre, infatti, è stato dirigente della Cephaledium. Per questo come tutti i ragazzi della sua età ha iniziato a giocare in quel settore giovanile.
«Nel calcio mi ha molto aiutato mio padre – racconta – perchè lui riesce sempre a portarmi, ma soprattutto a riportarmi sulla giusta strada. Lui crede molto allo sport e aiuta i ragazzi a farli essere prima che sportivi degli uomini. Per questo mi ha sempre seguito e dato consigli utili che crescendo mi sono sempre ritrovato».

Tanti i momenti belli che Alessio ricorda della sua esperienza sportiva. «Fortunatamente di momenti belli ne ho avuti tanti: dalla prima partita con gli esordienti della Cephaledium agli allenamenti col Palermo Calcio, Messina Calcio e Taranto tutte società professionistiche che mi hanno fatto sentire importante. La vittoria del campionato allievi regionale, le convocazioni con le rappresentative regionali, i Play off con la mia Cefalù Calcio. La cosa che più ricordo come un battito al cuore è stata la chiamata del Ponsacco per la Juniores Nazionale e i due stupendi anni passati in Toscana dal prestito al San Gimignano alla cessione al Montevarchi».

Nella giornata di Fiduccia sono importantissimi gli allenamenti. «Ho avuto la fortuna di avere sempre dei mister preparati e società serie che mi hanno fatto avere dei grandi preparatori di portieri che avevano allenato anche portieri professionisti. In particolare mi sono trovato benissimo con il mister dei portieri D’Alessandro che mi ha aiutato in un periodo particolare ad avere fiducia in me stesso. Da questa stagione sono al Real Finale ed ho voluto che mi seguisse il preparatore che avevo a Cefalù, mister D’Amico, grande lavoratore che cura molto la mia preparazione e concentrazione con cui ho un gran feeling». Attenta la preparazione in vista di ogni partita. «Sembra strano – continua Fiduccia – ma anche se si dice che siamo nel calcio dilettantistico non è così perchè il campionato di promozione non ha niente di inferiore a quello di serie D. Per questo la sera prima si va a letto presto ed io curo molto la mia alimentazione sia la mattina che a pranzo prima della partita. Per me è una professione dove metto la mia faccia e quella della società dove gioco, poi gli errori possono pure arrivare come in tutte le categorie».

Ai ragazzi della sua età che non fanno sport, Alessio Fiduccia lancia un messaggio. «Lo sport è importante. Fa bene alla salute e ti permette di metterti in competizione, ti fa porre delle mete e ti mette alla prova, ti dimostra chi sei. Ti permette di conoscere molte persone e ti fa crescere». Diversi gli allenatori a cui è legato. «Ho cambiato qualche squadra e quindi molti allenatori. Mi piace ricordare con affetto mister Glorioso che quando ho iniziato a giocare ha capito che avevo un legame con questo ruolo ed ha cominciato a forgiarmi. Mister Valenziano con la sua esperienza mi ha fatto crescere, mister Frediani al Ponsacco ha creduto in me. Mister Mugnaini mi ha voluto fortemente al San Gimignano. Uno in particolare lo ricordo e non potrei altrimenti. E’ mister Minutella che ha avuto il coraggio a farmi debuttare ad appena 18 anni in Promozione ed a proiettarmi nel calcio Siciliano. Ora mi trovo al Real Finale con mister Cinquegrani, anche lui molto preparato. Dopo qualche anno di rincorrerci ci siamo ritrovati». Pur di giocare nel futuro fra i professionisti, Alessio Fiduccia sarebbe disposto a tante cose. «Credo sia il sogno di ogni bambino giocare tra i professionisti calcando palcoscenici importanti. Io ancora ci credo e lavoro per questo. Magari qualcuno mi può dire che sono un fissato ma sentendo tante storie di altri calciatori che magari ci sono arrivati in età un po’ avanzata io con i miei 23 anni ci spero ancora, e chi sa la fortuna. Arrivarci sarebbe realizzare quel sogno, sarebbe ripagare tanti sacrifici. Si sa, nella vita tutto ha un prezzo, ed io sarei disposto a mettermi in gioco, a mettermi in competizione con persone più forti, anche se ho ancora l’amaro in bocca».

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