A piedi scalzi

Nel mio paese andavo a piedi scalzi
e affondavo tra la sabbia ,e le pietre i miei passi.
Sterminati paesaggi
,si perdevano a vista d’occhio,
e alberi dalla forma strana,
e serpi tra i sassi
,e un caldo torrido
a seccare l’aria
e a bruciare la pelle.
Camminavo nel paese a piedi scalzi
,e la mia vita era normale
,le ore cadenzavano tra il lavoro nei campi e le greggi da portare al pascolo
.Nessun rumore turbava il mio incedere a piedi scalzi
,se non il vociare della mia numerosa famiglia,
e il canto delle donne,
riunite a preparare i pasti
.la sera ,attorno al fuoco ,
tra canti e balli,
si ascoltavano le storie dei nostri vecchi.
Camminavo a piedi scalzi,
quando spari e urla,
e violenze inspiegabili,
si abbatterono nei nostri villaggi,
e niente fu come era prima.
Si facevano proclami
,ma io,che avevo solo vissuto
, tra le greggi ed i campi
,non capivo le ragioni di quelle voci
.Il vivere tranquillo,
divenne un sogno
e cio’che vivevo,
divenne un incubo perenne.
.Niente fu come prima.
.IL mio andare a piedi scalzi,
mi porto’ lontano
dal mio cuore distrutto.
Tutto era stato distrutto
,interi villaggi stuprati della loro normalita’
,il fuoco,ristoratore,
divenne fiamma distruttiva,
e gli allegri canti,
ammutolirono davanti a palesi e vendicative minacce.
Con la poca roba,
roba,che tenevo addosso,
intrapresi un lungo viaggio
,un viaggio ,che era sogno e speranza.
arrivai,con i miei poveri stracci
,e i piedi scalzi,
sulla riva della spiaggia,
migliaia di facce senza sorriso
,si accalcavano alla ricerca di un posto,
nel frattempo il mare
si era fatto mosso.,
Ci strinsero gli uni agli altri,
il mio petto si stringeva ad un’altro petto,
e sentivamo ogniuno
il battito selvaggio dei nostri cuori.
Occhi ,che guardavano la vita che lasciavi
,ed affetti,e persone e cose ,
sfumavano via in lontananza,
come un ricordo sbiadito.
Sentivo spari che incitavano alla partenza
,e sbuffi di un motore che ammorbava di gas quell’aria,
colma di salsedine.
Nel silenzio della notte,si sentivano solo pesanti respiri,
le braccia attorno al corpo strette
,a cercare un tepore inesistente
.niente,e nulla,c’era presente,
ad un tratto quei silenzi
,divennero urla,
e corpi annegarono
in quelle acque scure
,che prima era speranza.
.tra i flutti si persero quei cuori senza nome,
s’ingoiarono i sogni,
e scomparvero in migliaia,
con i piedi scalzi.

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