Arte: una proposta per far uscire i sedici comuni delle Madonie dall’isolamento

Il patrimonio artistico madonita è sconosciuto e poco valorizzato. Diversi comuni sono difficili da raggiungere. Cosa fare per uscire il territorio delle Madonie da questo isolamento? L’archeologa Maria Teresa Rondinella ha una proposta. La spiega e fa conoscere in un suo libro, pubblicato nello scorso mese di luglio, dal titolo «La guida non guida». L’abbiamo intervistata.

Una guida non guida per proporre nove itinerari turistici sulle Madonie. Come è nata l’idea?
Più che da un’idea personale, la guida è nata come sviluppo di un argomento di una borsa di studio annuale che ho vinto per concorso nel 2007. Al centro della ricerca vi era proprio il territorio madonita ed il suo possibile inserimento in eventuali itinerari turistici. Alla fine dell’anno di ricerca ho consegnato una tesi completa ed un articolo che comprendeva, appunto, nove possibili itinerari che, a mio dire, avrebbero potuto destare interesse nei visitatori. Quest’articolo non è mai stato pubblicato per esaurimento dei fondi. Così ho pensato di sviluppare il progetto in proprio, di renderlo semplice nel linguaggio ed immediato nella scelta delle immagini. Quando l’Aracne Editrice di Roma mi ha chiesto se avevo uno studio inedito da pubblicare con loro, ho proposto questo volume e il progetto è stato accolto da loro con entusiasmo.

I nove itinerari sottolineano ciò che hanno in comune i sedici paesi delle Madonie. E’ una prospettiva nuova. Perché questa scelta?
Molta parte del patrimonio madonita è sconosciuta. Alcuni comuni sono anche difficili da raggiungere, se ci mettiamo nei panni di un turista di passaggio. Secondo me, il modo più intelligente affinché tutti questi piccoli comuni vengano inseriti in percorsi turistici è fare gruppo. Mi spiego meglio. Se io turista sono un appassionato di archeologia, sarò inevitabilmente portato a cercare dei percorsi archeologici. Se un unico itinerario mi spiega che, in un determinato territorio, sia pur vasto come quello madonita, io potrò trovare ciò che cerco, sarò più invogliato ad ampliare il mio raggio di ricerca, andando a visitare più paesi limitrofi. Il titolo del libro, infatti, vuole sottolineare proprio quest’aspetto. Non è un semplice elenco di ciò che è possibile visitare nei singoli paesi (come farebbe una classica guida), piuttosto vuole sottolineare cosa tutti questi paesi hanno in comune.

I nove percorsi mettono al centro i beni che si conservano in sedici paesi delle Madonie. Cosa potrebbero fare questi comuni per mettere in pratica questi percorsi?
Semplice. Uscire da una prospettiva di unicità ed organizzare dei percorsi tematici che comprendano i paesi confinanti con il proprio territorio. Un turista esperto riuscirà a trovare comunque le differenze tra i vari paesi, pur essendo guidato a coglierne le analogie.

Archeologia, storia e arte sono gli ingredienti dei nove percorsi. Quali fra i beni al centro di questi itinerari avrebbero bisogno di una maggiore attenzione da parte delle nostre istituzioni?
Tutto ciò che si trova nei musei è già ben custodito. Io farei più attenzione a tutti quei beni che si trovano a cielo aperto: siti archeologici, guglie maiolicate, mulini… E mi accerterei, inoltre, sullo stato di conservazione di tutte quelle opere che periodicamente necessiterebbero di restauro, come stucchi, tele o opere in legno.

Il libro ha al suo interno delle belle foto di beni che si custodiscono nei sedici paesi. Che ruolo deve avere l’immagine per far conoscere i tanti beni che si conservano sulle Madonie?
Sono convinta che un testo, per quanto interessante possa essere, alla fine potrebbe risultare lungo o noioso. Un’immagine, invece, non annoia mai. Alcune delle opere descritte, inoltre, non sono visitabili o lo sono su prenotazione o ancora non si trovano su percorsi raggiungibili con facilità. L’immagine in questi casi è essenziale per la diffusione capillare. La maggior parte delle foto inserite nel volume è di Rosanna Genovese, un’amica che ritengo molto valida come fotografa e che ringrazio sempre per la disponibilità.

Maria Teresa Rondinella si è laureata in Lettere Classiche discutendo una tesi di numismatica. Successivamente si è specializzata in Archeologia Classica discutendo una tesi sulla White Surface Ware di Pantelleria. Dal novembre 2005 al novembre 2006 è stata ricercatrice presso l’Institut für Klassische Archäologie di Tübingen, in Germania, studiando le ceramiche comuni di Pantelleria. Ha pubblicato in italiano ed in tedesco numerosi articoli in riviste scientifiche di archeologia. Ha analizzato l’offerta archeologica e storico-artistica delle Madonie per la costruzione di itinerari turistico-culturali. A luglio ha pubblicato «La guida non guida. Proposte di itinerari archeologici e storico-artistici nei paesi delle Madonie».

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