Riti voodoo e prostituzione nigeriana fa arrestare gli aguzzini

Ha attraversato il canale di Sicilia a bordo di un gommone stracolmo di migranti. Sbarcata in Italia ha sconfitto i suoi aguzzini che volevano farla prostituire sotto la minaccia di riti voodoo. Una giovanissima nigeriana, appena maggiorenne, ha vinto il terrore e il condizionamento psicologico di questo tipo di stregonerie e ha denunciato l’incubo che stava vivendo da 15 giorni. Gli uomini della squadra mobile di Palermo hanno arrestato i suoi aguzzini. Si tratta di tre nigeriani appartenenti ad una delle spietate organizzazioni internazionali che si occupano di traffico di esseri umani. In manette due donne, Juliet Matthew, 27 anni e Precius Matthew, 28 anni, e un uomo, Daniel Eguavon, 26 anni, tutti accusati a vario titolo di sequestro di persona e induzione alla prostituzione. Con l’ausilio di personale della squadra mobile di Trapani e del commissariato di Castelvetrano, gli uomini diretti da Rodolfo Ruperti hanno posto fine all’incubo vissuto dalla giovane, fuggita dalla miseria del suo paese per cercare un futuro migliore per sé e per il figlio.

L’odiessea della ragazza sarebbe iniziata in Nigeria quando alcuni connazionali le avevano presentato un uomo, il quale avrebbe provveduto ad organizzarle il viaggio per l’Italia. Da qui il calvario: per assicurarsi il prezzo del viaggio, di circa 30.000 euro, l’uomo non avrebbe esitato a sottoporre la giovane donna, ad un inquietante rito voodoo, terrorizzandola sulle nefaste conseguenze alle quali sarebbe andata incontro se non avesse corrisposto quanto pattuito. Successivamente la donna è stata trasportata in auto a Benin City ed affidata ad altri soggetti per proseguire il viaggio, di circa un mese, attraverso il deserto del Niger. Da qui ha raggiunto la Libia, per poi a bordo di un barcone, intraprendere un pericoloso viaggio in mare, approdando sulle coste siciliane, a Pozzallo, lo scorso 24 ottobre. Dopo l’identificazione la donna è stata accompagnata dalle autorità italiane in una struttura di accoglienza di Padova. Pochi giorni dopo è stata contattata nel capoluogo veneto dai referenti dell’organizzazione nigeriana in Italia, i quali l’hanno prelevata da Padova e riportata in Sicilia, questa volta a Castelvetrano nel trapanese, dove ad attenderla c’era Precius Matthew, figlia dell’uomo che nel suo paese l’aveva sottoposta al rito vodoo. Quest’ultima con la complicità della sorella Juliet e di Daniel Eguavon ha messo la donna davanti alla cruda realtà: per onorare il debito di 30.000 euro si sarebbe dovuta prostituire. Ma la giovane nigeriana ha avuto la forza di reagire e durante la sua prigionia è riuscita a contattare con un cellulare sfuggito ai controlli dei suoi aguzzini, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) che ha allertato la questura di Palermo. La polizia è riuscita ad individuare il luogo di prigionia della ragazza, un appartamento alla periferia di Castelvetrano grazie alla localizzazione del cellulare e alle indicazioni fornite al telefono dalla ragazza sul panorama che vedeva dalla sua prigione. Quando gli agenti hanno fatto irruzione, hanno trovato la giovane nigeriana segregata in una stanza senza cibo e acqua da più di un giorno.

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