Messaggi ed sms avvolgono Cefalù in una spirale del silenzio

Vietato raccontare la verità e denunciare pubblicamente disservizi, disfunzioni e inefficienze. Accade a Cefalù dove la proibizione va avanti da alcuni anni. Da più parti, quanti abitano nella cittadina normanna, raccontano di messaggi telefonici indesiderati che arrivano subito dopo una presa di posizione pubblica su qualcosa che non funziona nella città di Ruggero o il racconto di qualcosa di non gradito a chi da tempo usa spedire appunti e missive in tal senso. Al proprio telefono si ricevono messaggi whatsapp, tradizionali sms ma anche vere e proprie telefonate che sanno di rimproveri per avere parlato e fatto conoscere pubblicamente un disservizio o una inefficienza.

Ammonimenti, lavate di capo e sgridatine che chiedono conto del perché si è raccontato pubblicamente un problema e invitano, a volte con toni minacciosi, a non farlo più nel futuro. Chi riceve questi messaggi in alcuni casi finisce col fare silenzio per paura di riceverne altri, per timore di vedersi isolato ma anche per porre fine a quella che in molti casi a Cefalù si è trasformata in una vera e propria persecuzione telefonica. A fare arrivare questi messaggi indesiderati al proprio cellulare sono anche alcune prese di posizione su facebook, non in linea con gli autori degli sms, e l’attribuzione di “mi piace” a riflessioni non gradite a chi da anni usa spedire questi messaggini per indurre al silenzio.

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