A Cefalù un giovedì fra pellegrinaggi e “lavureddi”

Il giovedì santo a Cefalù è all’insegna di alcune tradizioni. L’appuntamento è per le ore 21 circa quando le persone iniziano ad affollare alcune strade della città per un pellegrinaggio di preghiera che durerà fino alla mezzanotte. Fedeli che si riversano per le strade cittadine per visitare gli Altari della Reposizione allestiti nel corso della giornata in ognuna delle chiese parrocchiali della città. All’origine c’è l’antica tradizione che nel passato veniva chiamata «Visita ai Sepolcri». Tradizione che a Cefalù è stata interrotta il secolo scorso. A riprenderla, seppure cambiata radicalmente, è stato il vescovo Emanuele Catarinicchia alla fine degli anni ’70. Il Presule arrivava da Corleone dove i riti del giovedì santo sono particolarmente sentiti. Nominato nel novembre del 1978, ad appena cinquantadue anni, il Vescovo dei giovani fin dalla sua prima Pasqua nella città di Ruggero non esita a dare vita, con un gruppo di fedeli della Cattedrale, ad una vera e propria visita agli altari della Reposizione che in quegli anni venivano costruiti a Cefalù. Erano quattro e si trovavano in Cattedrale, nella chiesa dell’Itria, agli Artigianelli e a San Francesco. Catarinicchia, dopo avere presieduto la messa «In Coena Domini» in Cattedrale, dava appuntamento ai fedeli e con loro iniziava un pellegrinaggio di preghiera fra le strade della città. La prima tappa era verso la chiesa dell’Itria, poi scendendo da via Vittorio Emanuele e dal lungomare ci si dirigeva verso la chiesa degli Artigianelli. Dalla via Roma si saliva verso la chiesa di san Francesco e da qui si tornata in Cattedrale dove si chiudeva la visita. Quando il vescovo Catarinicchia viene traslato a Mazara del Vallo la tradizione viene continuata e fatta propria da qualche parroco della città. La tradizione si estende ad altre chiede quando nascono le comunità parrocchiali della Calura, prima, e dello Spinito, dopo. Tanti i pellegrini ce si spostano nelle due zone della città.

Alla tradizione di costruire gli altari della reposizione si accompagna quella dei “lavureddi”. Gli Altari, infatti, vengono ancora oggi adornati con i fiori ma anche con i germogli del grano, un simbolo molto importante della tradizione cristiana. In particolare vengono adornati con i «lavureddi»: piatti con germogli di grano di colore giallo che vengono preparati un mese prima della Pasqua. Vengono allestiti con uno strato di stoppa o canapa imbevuto d’acqua sul quale vengono deposti chicchi di grano. Vengono, quindi, conservati in un luogo buio per consentire alle piantine di metter su rapidamente i germogli. Il frumento, non germogliando alla luce del giorno, cresce giallo e non diventa verde come accade, invece, nelle campagne. I «lavureddi» vengono posti ad ornamento degli Altari della Reposizione quale simbolo della vita che nasce dal buio sulla Parola evangelica «se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto».

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