Abbate risponde a Lapunzina sugli otto ettari di terreno

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo una nota a firma di Giuseppe Abbate con la quale si risponde a quanto affermato dal sindaco Lapunzina sulla vicenda degli otto ettari di terreno che sarebbero di proprietà comunale.

Egregio Direttore, da cittadino di Cefalù e nell’esclusivo interesse della Città ho da diverso tempo cercato di fare chiarezza su delle proprietà, che qualcuno ha definito patrimonio sconosciuto, catastalmente intestate al soppresso ente comunale di assistenza di Cefalù.
Oggi mi ritrovo ad essere pesantemente oggetto del sarcasmo e della derisione del Sindaco Lapunzina che è abituato a dividere i cittadini nelle sue personali tabelle, quella dei buoni, da usare non certo da valorizzare e quella dei cattivi da dileggiare ed esecrare; io facevo parte della prima tabella quando mi chiedeva di dargli un nominativo da inserire nella sua lista e mi sono ritrovato subito nella seconda quando non ho dato alcun nominativo; oggi mi ritrovo in una terza lista, per la verità piuttosto affollata, quella dei nemici da abbattere ad ogni costo, incurante del fatto che in politica non possono esistere nemici ma solamente persone che la pensano come te o diversamente da te. In ogni caso lo ringrazio, perché con il suo prezioso lavoro di ricerca ha consentito che fossero definitivamente squarciati i residui dubbi su questa vicenda.
Non senza qualche difficoltà, sulla scorta dei dati da Lui forniti, mi sono procurato copia del decreto del 1953 a seguito del quale i beni in oggetto sono transitati nella proprietà dell’Opera pia “Salvatore Genchi Collotti”.
Mi riesce difficile pensare che sia potuto sfuggire ad un attento osservatore quale è il Sindaco Lapunzina, come i documenti ufficiali, che ho il piacere di fornirLe per suffragare quanto affermato, raccontino una verità ben diversa.
Da un semplice raffronto tra i dati contenuti nella visura catastale relativa ai beni dell’ente comunale di assistenza di Cefalù (può essere effettuata in maniera gratuita da qualsiasi postazione di tutto il territorio nazionale anche se il Sindaco Lapunzina, con un post sul suo profilo facebook, aveva preannunziato che mi avrebbe denunziato per avere effettuato la visura a Lascari) e i beni assegnati all’Opera pia elencati nel decreto del 1953, restano fuori le particelle del foglio 13 (nel decreto erroneamente indicato come foglio 3, anche perchè se non si trattasse di errore le particelle sarebbero tutte di proprietà del comune) 255, 456, 457 e 493, per una estensione complessiva di 37.360 mq. A questi beni vanno aggiunti i 6.136 mq delle particelle 175 e 178 del foglio 9 e i 77 mq del fabbricato della particella 17 del foglio 1 in località dietro castello.
E’ superfluo ricordare che gli enti comunali di assistenza sono stati soppressi con la legge regionale 1/79 che all’articolo 4, secondo capoverso, così recita: “il personale di ruolo presso i predetti enti….ed il patrimonio degli enti medesimi sono trasferiti ai comuni…”.
Nessun alibi resta a questo punto acchè la Città, qualunque sia il loro valore, si riappropri dei suoi beni.
Ringraziando per lo spazio concesso
Giuseppe Abbate, cittadino di Cefalù

Allegati:

Foglio di Catasto 1

Foglio di Catasto 2

Decreto Presidenziale 18 marzo 1953

 

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