Gioco del suicidio: a rischio anche le scuole di Cefalù

Anche le scuole di Cefalù sono a rischio per il gioco del suicidio che va sotto il nome di «Blue Whale». Si diffonde attraverso i social e coinvolge gli adolescenti di tutto il mondo di età compresa fra i 9 e i 16 anni. “Le Iene” ne hanno parlato nel corso della puntata del 14 maggio. Gli adolescenti, sobillati da veri e propri criminali presenti sui social, decidono di accettare 50 sfide, sempre più estreme, che li trasformano e li portano fino alla depressione. Se la regola generale è quella di non dire nulla ai genitori, l’ultima sfida, quella finale, è il suicidio, ovviamente facendosi riprendere in video dagli amici per poter avere una testimonianza.

Matteo Viviani per «le iene” si è recato in Russia, dove i casi di suicidi tra adolescenti che avevano partecipato a questo ‘gioco’ social hanno raggiunto picchi difficilmente immaginabili e comprensibili. Diverse indagini hanno portato all’arresto di un 22enne studente di psicologia, ritenuto l’ideatore del ‘gioco’. Tra le vittime centinaia di bambini e ragazzi. La ‘Iena’ ha intervistato le mamme e i parenti di alcune adolescenti che, per salire al terzo livello del ‘Blue Whale’, si sono lanciate nel vuoto dai tetti di vari edifici e grattacieli. «Sembravano tranquille, anche il giorno in cui hanno deciso di suicidarsi hanno fatto quello che facevano tutte le mattine – spiegano in lacrime alcune mamme – Ci sono persone che garantiscono ai ragazzi di ‘salvarli’ dai problemi che li affliggono, ma i nostri figli non soffrivano di depressione, erano giovani, solari e pieni di vita. Partecipare a quel ‘gioco’ li ha cambiati e portati alla morte».

Il macabro gioco della balena blu si è già diffuso a macchia d’olio: dalla Russia ha raggiunto il Brasile, ma anche Francia e Inghilterra. In Italia, il caso di un ragazzino suicida a Livorno che si è lanciato nel vuoto dal 26° piano del grattacielo cittadino, fa temere che la Blue Whale sia arrivata anche qui: Matteo Viviani ha intervistato un compagno di classe del 15enne, che ha raccontato di come l’amico fosse apparentemente non intenzionato a togliersi la vita, ma che raccontava di avere abitudini strane, come andare a correre in piena notte, e l’abitudine di guardare film dell’orrore per adempiere a delle “missioni” dettate dalle regole di un gioco online. Il pericolo è da non sottovalutare: nella sola Russia sono 157 i ragazzini morti suicida nell’ultimo anno. E’ molto importante utilizzare computer e social network in compagnia dei propri figli, e fare attenzione a segnali che sembrerebbero trascurabili, come la scoperta di disegni di balene tra i quaderni dei ragazzini.

«Stiamo indagando su circa 40 segnalazioni, ma i casi potrebbero essere molti di più». Lo afferma Elvira D’Amato, vice questore aggiunto e membro del pool della Polizia postale in un’intervista a «Il Giorno». La polizia postale, quindi, conferma che si lavora su Blue Whale challenge, un gioco nato in Russia e che dallo scorso marzo si sospetta sia arrivato in Italia dopo il suicidio di un 15enne di Livorno. «Alcune delle segnalazioni parlano di più persone: un gruppo o un’intera scolaresca. C’è stata un’impennata [di segnalazioni] negli ultimi giorni, anche grazie ai media. Le segnalazioni sono molto diverse tra loro, stiamo indagando per verificare quanti falsi dispositivi e casi di emulazione del gioco ci sono» ha detto il vice questore. Blue Whale insomma rimane un’ipotesi, resa solo più concreta da alcune testimonianze come quella della ragazzina di Pescara che, dopo aver accusato in classe un malore, ha detto di aver partecipato a questo gioco arrivando alla 49ª prova delle 50 previste dal gioco, che si conclude con la morte. D’Amato ha confermato che la Polizia postale si sta muovendo in queste settimane con Interpol e Europol.

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