Cefalù, municipio e proprietà comunale: replica Abbate

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo una nota di Giuseppe Abbate, in risposta al sindaco Rosario Lapunzina, sulla questione dei terreni di proprietà comunale che il Municipio cefaludese sembra non conoscere

Qualsiasi sindaco farebbe salti di gioia scoprendo che il suo comune può disporre di risorse aggiuntive, piccole o grandi che siano, prima sconosciute ed in questo caso costituite da beni immobili di una certa consistenza. Ma non il sindaco Lapunzina.

In ogni caso dovrà rassegnarsi perchè quei beni appartengono a pieno titolo alla Città, restando del tutto ininfluente il testamento olografo del 1928 citato dal Sindaco nell’ultimo comizio tenuto in piazza Duomo, malgrado la vis oratoria con cui è stato annunziato. Storicamente l’assistenza ai poveri ed ai loro bisogni era curata da vari istituti ed enti, soprattutto religiosi, che traevano le loro risorse da donazioni e lasciti. A seguito della legge 847 del 1937 tutta l’assistenza passò in mano pubblica, insieme ai patrimoni degli enti o istituti che l’avevano sino a quel momento erogata, che vennero soppressi.

Furono così istituiti gli Enti Comunali di Assistenza la cui gestione fu affidata a comitati presieduti dai podestà e di cui facevano parte, fra gli altri, i segretari delle case del fascio; la medesima legge dispose inoltre che i lasciti e i legati  in favore dei poveri passassero tutti al nuovo ente. Con decreto del Presidente della regione 27/A del 18 mrzo 1953, furono decentrati dall’Ente Comunale di Assistenza di Cefalù il ricovero di mendicità S. Pasquale e l’orfanotrofio Genchi Collotti, accorpandoli a seguito di tale distacco, nell’Opera pia Salvatore Genchi Collotti, a cui fù assegnato un patrimonio stimato allora in lire 11.600.000. Tale patrimonio era costituito da terreni in contrada Mollo, terreni in territorio di Gratteri, numerosi fabbricati in via XXV novembre, oggi alienati o forse oggetto di usucapione ed i terreni del foglio 13 di contrada Gallizza facenti parte della partita 1350 e distinti in catasto con le particelle elencate nel citato decreto.

Per le altre particelle della partita 1350 non elencate nel decreto del 1953, è fin troppo ovvio capire che non sono state oggetto di alcun trasferimento, rimanendo quindi nell’esclusiva proprietà dell’Ente Comunale di Assistenza. Con la legge regionale 1/79 tali Enti Comunali vennero soppressi ed i loro patrimoni passarono ai comuni. Da quanto sopra ne consegue che la Città è esclusiva proprietaria delle particelle non trasferite che hanno una superfice complessiva di mq 37.060; a tale patrimonio vanno aggiunti, cosa che neanche il Sindaco Lapunzina ha mai contestato, 6136 mq di terreno nei pressi del Costaverde ed un fabbricato di 77 mq in località dietro castello.

Giuseppe Abbate cittadino di Cefalù

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