Domenico Dolce e quella sua Polizzi culla di persone famose

Palermo è in fermento per l’evento di Dolce &Gabbana che ha trasformato il capoluogo in un grande set dell’alta moda. In città non si parla d’altro e le piazze coinvolte nella maxi sfilata si sono trasformate in passerelle glamour. L’evento interesserà anche Monreale e Trabia. «Vogliamo che il mondo intero parli di Palermo» commentano i due stilisti. In una intervista, rilasciata per presentare l’evento palermitano, Dolce non ha esitato di far sapere che è nato a Polizzi. L’ultima volta che i suoi concittadini lo hanno visto fra le strade dove è cresciuto è stato a maggio in occasione del funerale di suo zio.

Domenico Dolce a Polizzi Generosa è di casa. Vi è nato il 13 agosto del 1958. I primi vestiti li comincia a disegnare all’età di sei anni. Suo padre, Saverio, aveva una sartoria nella centralissima via Garibaldi. La madre, Rosaria, da tutti conosciuta come Sarina, trascorreva le sue giornate dietro al bancone di un negozio di abbigliamento che si trovava due porte accanto. La vetrina era sempre ben curata. All’interno vi si respirava aria di stoffe, maglioni e camice. Le sue pareti erano piene di scaffali che custodivano indumenti di ogni genere. Quel negozio, tra i più belli della città, si sviluppava su due ambienti. Accanto al bancone, infatti, c’era una porta che introduceva in un’altra grande stanza, anch’essa piena di vestiario. In alcuni momenti, però, questo luogo si trasformava in un vero e proprio laboratorio di taglio e cucito. Chi entrava in quel negozio alla ricerca di un abito cucito su misura, infatti, doveva attendere l’arrivo di papà Saverio che lasciava la sartoria e si presentava al negozio con il ditale al dito, il centimetro al collo e del filo che gli usciva dalle tasche dei pantaloni. Si precipitava per prendere le misure al cliente. Tante volte con lui arrivava anche il piccolo Domenico. Saverio era un uomo di poche parole ma in città era da tutti apprezzato e cercato per la sua bravura nel confezionare pantaloni, giacche e gilet. Nella tasca destra portava un gessetto per segnare la stoffa. Incontrava il cliente, in quella stanza illuminata sempre dalla corrente elettrica, e dopo aver preso in silenzio tutte le misure indicava alla moglie la quantità di tessuto da tagliare per il vestito che doveva realizzare.

Saverio trascorreva le sue giornate nella sartoria. Un luogo per Polizzi davvero originale. Chi aveva la fortuna di entrare in quella grande stanza piena di tanta luce vi trovava gente intenta a tagliare e cucire. Al suo interno si sentivano pochi rumori e tutti particolari: quello di alcune macchine da cucire, quello delle forbici intente a tagliare e persino quello del gessetto che segnava le linee di cucitura. In mezzo il parlare sottovoce di quanti seduti lavoravano fra aghi e ditali. Al centro della stanza vi era un grande bancone dove operava lui, Saverio, che tagliava con le proprie mani tutti i vestiti. Li segnava con cura e poi ne affidava la cucitura ai suoi diversi allievi. In quel grande laboratorio niente era fuori posto. C’era l’angolo dove pendevano i diversi generi di metri e quello con i fili per il cucito, l’armadio dove venivano custoditi i pantaloni che si andavano realizzando e l’angolo dove si conservavano giacche e gilet, pronti per la consegna, ma con addosso ancora il filo bianco delle cuciture.

Fra il negozio e la sartoria cresce Domenico Dolce. Alla scuola del padre inizia a tagliare e cucire. Presto però si accorge che quel luogo per lui è piccolo. Sbarca a Milano, accompagnato dal padre, per iscriversi ad una scuola. Incontra Stefano Gabbana. E’ l’autunno del 1985 quando i due mostrano la loro prima collezione in occasione della Settimana della Moda di Milano. L’anno dopo aprono il primo negozio. Presto cresce la loro popolarità. Il successo che i due stilisti ottengono rende il loro marchio uno dei più celebri nel campo della moda. Al marzo 2013, per la rivista Forbes, Domenico Dolce è il 15° uomo più ricco d’Italia e il 736° uomo più ricco del mondo.

Polizzi ha dato i natali a molti personaggi illustri della storia, della cultura, della chiesa, della vita politica, dell’arte. Tra i più importanti il Cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, Segretario di Stato di Leone XIII, che nel 1903 non potè diventare papa per il veto dell’Austria, a causa della sua politica filo-francese. Giuseppe Antonio Borgese, critico letterario, germanista, docente universitario, antifascista in esilio, tra gli scrittori italiani più importanti del ‘900. Il famoso regista americano Martin Scorsese e l’attore Vincent Schiavelli. Di madre polizzana è Michele Serra, giornalista satirico, romanziere, saggista, poeta, autore di teatro, sceneggiatore. Nativa di Polizzi anche Carol Lunetta Cianca che fra i suoi amici ha annoverato Enrico Berlinguer, Sandro Pertini e Alberto Moravia.

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