Ex Poste: giudici del Cga condannano il Municipio

I proprietari dell’ex edificio postale di via Matteotti possono utilizzare la concessione edilizia richiesta al Comune di Cefalù l’8 ottobre del 2010. Lo hanno stabilito i giudici del Cga lo scorso 15 giugno con una sentenza che è stata pubblicata il 31 luglio. Ci sono voluti sette anni, quindi, per dirimere una questione che adesso porterà la MFM servizi, proprietaria dell’immobile, a chiedere i danni economici al Municipio che si annunciano milionari.

Un po’ di storia. La storia dell’ex edificio postale comincia nel 1952 quando l’allora consiglio comunale cede gratuitamente alle Poste un’area per farvi sorgere un edificio da adibire ad ufficio postale. Per consentire la realizzazione dell’opera acquista da alcuni privati una parte dell’area. Quando agli inizi degli anni ’90 le Poste si trasferiscono in via Vazzana cominciano le trattative per il ritorno dell’edificio al Comune. Le trattive non arrivano mai a conclusione.

Nell’estate del 2009 le Poste mettono all’asta l’edificio che viene acquistato dalla MFM servizi. La stessa società l’8 ottobre del 2010 deposita presso il Comune un’istanza, corredata dagli elaborati progettuali prescritti, volta al rilascio di concessione edilizia per destinare l’immobile a esercizio commerciale. Il responsabile del servizio urbanistica comunale, con nota del 19.1.2011, comunica che l’intervento progettato dalla società è ammissibile previa acquisizione dei pareri della Soprintendenza e del Servizio di igiene pubblica dell’Asp n. 6. I pareri arrivano l’8 marzo e il 26 aprile dello stesso anno. Considerato che dal momento della presentazione dell’istanza (8.10.2010) sino al momento dell’acquisizione dei pareri favorevoli erano trascorsi più di 120 giorni, la concessione era da considerarsi tacitamente rilasciata.

Il 6 luglio del 2011 il nuovo dirigente del Servizio comunale comunica alla MFM servizi l’avvio del procedimento di archiviazione dell’istanza in quanto, a suo dire, la sopravvenuta inefficacia del piano particolareggiato, adottato nel 1985, aveva reso la zona, in cui è situato l’immobile, zona bianca, con esclusione quindi della possibilità di realizzare interventi di ristrutturazione edilizia e per questo, il 24 agosto del 2011, nega che sulla domanda di concessione si fosse formato il silenzio assenso. Verso le due note la Società MFM fa ricorso per il loro annullamento.

Il 3 ottobre del 2011 il Consiglio Comune di Cefalù approvava il progetto definitivo di riorganizzazione dell’area dell’ex edificio postale per sistemazione villa comunale e ridefinizione delle vie limitrofe, via Carrettieri e Spagnolo, con relativa adozione della variante allo strumento urbanistico. La deliberazione viene impugnata dalla MFM servizi. Questa stessa deliberazione viene, però, bociata il 28 novembre del 2012 dal Consiglio regionale dell’Urbanistica. Il 18 gennaio del 2013 il Dipartimento regionale dell’Urbanistica dell’Assessorato regionale comunica al Comune la mancata approvazione. Malgrado il rifiuto dell’Assessorato di dare corso alla variante, il 25 gennaio del 2013, il dirigente dell’ufficio comunale scrive all’Assessorato sostenendo l’intervenuta efficacia della variante votata dal Comune, per essere decorso il termine entro cui l’Assessorato poteva esercitare i suoi poteri di controllo, decorsi i quali l’atto doveva considerarsi approvato.

A questo punto il Consiglio comunale, con due delibere del 13 aprile del 2013 dichiara l’efficacia della variante al PRG e dichiara sussistere gli estremi di necessità e di urgenza. A votare la delibera che doveva portare all’esproprio sono stati i consiglieri di maggioranza Garbo, Franco, Tumminello, Pizzillo, Fatta, Terrasi, Genovese, Cortina, Di Chiara e quello di opposizione Barranco. A lasciare l’aula sono stati, invece, Riggio, Liberto, Giardina, Lombardo, Larosa, Scialabba, Cassata e Iuppa.

Le due deliberazioni vengono impugnate dalla società MFM.

Lo scorso 15 giugno il Cga ha accolto l’appello riconoscendo alla MFM servizi il diritto a utilizzare la concessione edilizia richiesta l’8 ottobre del 2010. I Giudici hanno posto le spese di ambedue i gradi del giudizio a carico del Comune di Cefalù nella misura di quattromila euro. Da quell’8 ottobre del 2010 ad oggi sono trascorsi sette anni nei quali la MFM non ha potuto portare avanti i suoi progetti. Chi ne pagherà i danni economici milionari che sicuramente adesso chiederà al Comune?

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