Per quindici categorie no all’innalzamento dell’età della pensione

Salgono a quindici le categorie di lavoratori escluse dall’innalzamento dell’età della pensione a 67 anni, che dovrebbe scattare nel 2019. Nel corso dell’ennesimo incontro tecnico di ieri tra il governo e i sindacati, un paio d’ore di trattativa centimetro su centimetro come usava una volta, è stata aggiunta un’altra voce rispetto alle quattordici già decise. La new entry è quella degli stampatori a caldo, gli operai che danno forma ai prodotti metallici appena usciti dagli altiforni. Lunedì erano state aggiunti gli operai agricoli, i marittimi (voce nella quale rientrano anche i pescatori) e i siderurgici. Mentre le undici categorie dalle quali si era partiti sono quelle dei cosiddetti lavori gravosi, dalle maestre d’asilo agli infermieri. Per tutte queste persone, circa 17 mila, nel 2019 l’età della pensione dovrebbe rimanere ferma a 66 anni e sette mesi, come adesso. Bloccando l’aumento di cinque mesi che riguarderà tutti gli altri e che sarà formalizzato tra poche settimane per adeguare i requisiti pensionistici alla speranza di vita, cresciuta sempre di cinque mesi. Ma potrebbe non finire qui. Perché il numero delle categorie escluse dall’aumento potrebbe salire ancora.

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