Al Cefalù film festival un omaggio a Franca Rame

Un omaggio a Franca Rame alla terza edizione del Cefalù film Festival. A presentare il corto sono Antonella Barbera e Fabio Leone che nel 2009 hanno unito le loro forze: Antonella regia e montaggio, Fabio fotografia e regia. Li abbiamo intervistati.

Chi sono Antonella Barbera e Fabio Leone. Come nasce la passione per il cinema e per il cortometraggio in particolare?

Fabio Leone, classe 1979, fotografo, musicista e videomaker ennese, appassionato di arti dell’immagine dal 2006; si occupa di videoarte, fotografia e realizzazioni filmiche con Antonella Barbera, sua compagna nella vita. Antonella Barbera, classe 1975, musicista e regista ennese, esperta di regia, montaggio e sceneggiatura, si occupa di realizzazione di filmati dal 2004. La passione per il cinema è un interesse costante di entrambi da sempre. Nel 2009 abbiamo unito le forze, due attitudini diverse: Antonella regia e montaggio, Fabio fotografia e regia. Da questa formula nasce il primo corto “Le Lune”, premiato in diversi contest di cortometraggi. Questo corto darà il nome alla casa di “Produzioni Le Lune”, progetto indipendente, attivo da quasi 8 anni e ininterrottamente dedito alla realizzazione di corti, documentari e videoclips.

Qual è il lavoro che presentate alla terza edizione del Cefalù film festival?
Il corto che presentiamo al Cefalù film Festival è Franca. Un omaggio a Franca Rame, protagonista indiscussa del teatro italiano novecentesco, vittima di una violenza sessuale nel 1973. Il brevissimo corto, inizialmente realizzato per partecipare al “My Rode Reel 2017”  vince nella sezione best female filmmaker”a Sydney; è un racconto per immagini della violenza subita da una giovane ragazza, un cammino dentro e fuori la mente di una vittima.

Avete un particolare progetto al quale siete particolarmente legati?
I progetti a cui siamo legati sono davvero tanti: le videoclip realizzate con i tanti artisti siciliani e italiani tra cui Amedeo Minghi, Rita Botto, Mimmo Cuticchio e diversi altri. Come non menzionare il progetto del “Sicilian Space Program” (2014) ossia il lancio del cannolo nello spazio o ancora uno degli ultimi lavori “Che altri occhi ti guardino”, il cortometraggio dedicato alla memoria di Peppino Impastato, che tanti premi e riconoscimenti sta ottenendo quest’anno.

Girate il mondo. C’è un paese al quale siete maggiormente legati e perchè?
Un posto che ci ha molto colpito è la Serbia. Lì abbiamo portato la nostra esperienza lavorativa ricevendo apprezzamenti internazionali.

Cosa pensate della situazione del cinema indipendente?
Pensiamo che a fronte di una crescita esponenziale di idee, di festival e di contesti di fruizione, il cinema autoprodotto versi ancora in gravi condizioni di fragilità: troppo poco attenzionato dagli investimenti dei produttori e soprattutto dei distributori del settore. Relazionarsi col cinema oggi è molto più difficile che nei decenni precedenti. Nonostante questo pensiamo che il cinema “tout court”, tolti gli aspetti economici, goda di ottima salute.

Quali difficoltà si incontrano per emerge nel mondo della cinematografia?
Le principali difficoltà che incontra un cineasta sono le stesse di sempre, dovute alla carenza di “spazi economici”, di spazi reali (festivals, cinema coraggiosi). Secondariamente consideriamo ancor più penalizzati i prodotti del “cinema breve” ossia cortometraggi, videoclips; sebbene si stiano moltiplicando gli spazi virtuali di condivisione e fruizione online, gli operatori del settore “cinema indipendente” faticano a costruirsi una posizione lavorativa stabile, dignitosa, tutelata.

Che messaggio sentite di lanciare agli organizzatori del Cefalù film festival?
Suggeriamo agli organizzatori del Cefalù Film Festival di “resistere”, di continuare a proporre “cinema altro”. Laddove ci sia  uno schermo e dei posti a sedere ci sarà l’opportunità di sognare, di ridere, di commuoversi. Gli schermi, i posti a sedere, il buio, sono tanto necessari ai cineasti quanto i palchi al teatro e soprattutto tutto ciò è necessario al pubblico anche se spesso, lo stesso pubblico, non lo percepisce. Resistete!

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