Cefalù: i candidati senatori sull’acqua non potabile

Domenica 4 marzo si vota per eleggere i nuovi Senatori della Repubblica italiana. Nel territorio di Cefalù e delle Madonie sette candidati si contendono un posto per Palazzo Madama. Sono i candidati del Collegio del quale, oltre a Cefalù e ai comuni delle Madonie, fanno parte i comuni di Bagheria, Villabate e Termini Imerese. I sette candidati sono Mario Cicero (Centro sinistra), Ester Bonafede (Centro destra),  Loredana Russo (Movimento cinque stelle), Nadia Spallitta (Liberi e Uguali), Giovanni Maniscalco (Potere al popolo), Francesco Aliberti (Pri-Ala), Vincenzo Di Bella (Casapound).

A loro abbiamo inviato sette domande. Dopo avere pubblicato le risposte alla prima domanda, con un articolo che in due giorni ha ricevuto 63.281 accessi, alla seconda domanda, con un articolo che in 24 ore ha ricevuto 52.929 accessi, oggi pubblichiamo le risposte alla seconda che così recita: «Cefalù è senza acqua potabile dal 17 giugno 2016. Intende assumere qualche impegno per ridare dignità a questa città e far tornare a scorrere acqua potabile dai rubinetti delle abitazioni di chi vi risiede?»

Mario Cicero:
Il Problema acqua va affrontato per tutta la Sicilia. Non si può  pensare allo sviluppo della nostra terra senza una diversa gestione delle sorgenti, degli invasi e della distribuzione. Dobbiamo avere un approccio diverso nella gestione, il mio modello è quello dello Stato di Israele.

 

Loredana Russo: La prima difficoltà per la risoluzione del problema della erogazione di acqua potabile nella rete idrica di Cefalù è individuare l’interlocutore o addirittura il gestore del servizio; l’attuale situazione è frutto di scellerate privatizzazioni di tale bene pubblico fondamentale, attuate contro la volontà degli Italiani emersa dal Referendum del 2011, che si sono rivelate, ovunque poste in essere, del tutto fallimentari. Con gli altri Parlamentari del Movimento5Stelle mi batterò perché il volere espresso dal Referendum sia reso vigente in tutto il Paese affinché il bene comune prevalga sugli interessi economici di qualche privato. Come mi si riferisce, l’Avv. Giuseppe Provenza, insieme agli altri attivisti del meetup di Cefalù, proprio la settimana scorsa ha incontrato i portavoce del M5S all’ARS, perché in tale direzione ed in tempi brevi sia data soluzione a questa incresciosa condizione dei cittadini cefaludesi, una volta definito il contenzioso tra AMAP e Comune di Cefalù.

Francesco Aliberti: Il territorio di Cefalù e Madonie per la loro natura sono le più verdi della Sicilia, ciò evidenzia un’ abbondanza di acqua, vedi sorgente di Scillato, di Collesano, di Geraci Siculo, Presidiana, Piano Battaglia e tante altre Sorgenti che non vengono valorizzate. Cefalù quando utilizzava le sorgenti di Collesano e Scillato non aveva sofferto di acque potabili, nel 1958 gli era stato precluso l’utilizzo delle sorgenti, in favore di altre destinazioni. Da quando la politica regionale delle acque è intervenuta limitando l’utilizzo di alcune sorgenti e ha voluto interferire nella gestione delle acque, ha creato gravi problemi al Comune di Cefalù. La politica regionale interferendo nelle politiche locali ha creato disservizi. Pertanto, sono convinto che bisogna lasciare ai Comuni (Enti locali) liberi la gestione delle sorgenti del territorio, le quali sicuramente troveranno un equilibrio e non subiranno lo strapotere delle grandi città, a discapito dei piccoli Comuni e delle attività economiche, industriali, commerciali e turistiche.

Domani martedì 20 febbraio pubblicheremo le risposte alla quarta domanda che così recita: «I comuni delle Madonie da diversi anni sono collegati attraverso strade per nulla percorribili. Quale impegno assume per cambiare questa situazione?»

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