I giovani emigrano: le risposte dei candidati al Senato

Domenica 4 marzo si vota per eleggere i nuovi Senatori della Repubblica italiana. Nel territorio di Cefalù e delle Madonie sette candidati si contendono un posto per Palazzo Madama. Sono i candidati del Collegio del quale, oltre a Cefalù e ai comuni delle Madonie, fanno parte i comuni di Bagheria, Villabate e Termini Imerese. I sette candidati sono Mario Cicero (Centro sinistra), Ester Bonafede (Centro destra),  Loredana Russo (Movimento cinque stelle), Nadia Spallitta (Liberi e Uguali), Giovanni Maniscalco (Potere al popolo), Francesco Aliberti (Pri-Ala), Vincenzo Di Bella (Casapound).

A loro abbiamo inviato sette domande. Oggi pubblichiamo le risposte alla quinta che così recita: «I giovani lasciano Cefalù, e i comuni delle Madonie, perché non vi trovano un lavoro dignitoso? Pensa che una volta Senatore o Senatrice cambierà qualcosa per i nostri giovani?»

Mario Cicero: Noi dobbiamo ringraziare i nostri giovani per quello che hanno fatto e fanno, nel cambio culturale che sta attraversando la nostra Sicilia: siamo più liberi dalla cultura mafiosa, ci ribelliamo e ci indignamo più facilmente davanti alla corruzione, dando più valore alla questione Morale ed Etica. Oggi noi politici dobbiamo creare le condizioni affinché il Giovane liberamente decida cosa fare e dove investire il suo sapere. Se sarò Senatore, loro mi avranno accanto per sfidare e trasformare una burocrazia farraginosa che blocca le banche che non promuovono. Ho chiaro su quali settori bisogna investire: cultura, agricoltura, artigianato, commercio, turismo sono alla base dello sviluppo.

Loredana Russo: Ad arrestare l’esodo dei giovani dai Comuni madoniti, come da quasi tutti i Centri del nostro meridione, fino ad invertirne la tendenza, non basterebbe una bacchetta magica, tali e tante sono le cause che lo determinano. Lo dico da madre che sta vivendo sulla propria pelle il distacco dai propri figli musicisti che, per lavoro, conducono la loro vita l’uno a Vicenza, l’altra a Londra.
Eppure “qualcosa sta cambiando” si legge sulla Home page di Alessandro Cacciato, promotore per le imprese presso il sistema delle Camere di Commercio; ed anch’io davvero lo credo dopo aver  conosciuto la realtà di Cultural Farm di Favara, i progetti di Pietraperzia ed Alcamo, gli esempi concreti di start up vincenti nel settore della trasformazione e distribuzione dei succhi agrumari come Sunprod di Walter Ansorge, tra le prime dieci start up in Europa.
C’è però bisogno del massimo sforzo di concretezza e di lungimiranza per sviluppare i presupposti infrastrutturali ed amministrativi perchè questi esempi virtuosi, ohimé troppo pochi ed eccezionali, possano moltiplicarsi e diventare la norma, incrementando e finalizzando al contempo gli investimenti su Università e Ricerca e sulle politiche giovanili, come esposto nel Programma del Movimento 5 Stelle.
Il mio impegno sarà soprattutto volto a favorire e valorizzare le realtà innovative e di recupero delle risorse offerte dalla  ricca tradizione della nostra terra, approfittando di ogni opportunità a livello nazionale ed europeo perché si crei l’humus da cui i nostri talenti traggano sostanza per realizzare questo cambiamento.
A tal proposito Invito tutti all’incontro “Made in Sicily: tra tradizione e innovazione” che avrà luogo Domenica 25 Febbraio alle ore 16,00 presso il Cinema Eden di Termini Imerese. Sarà un momento di incontro e confronto, che si avvarrà degli input di Alessandro Cacciato nella prospettiva di far nascere nel nostro territorio una Comunità impegnata ad inventare nuovi modi di pensare e di fare, dando vita a nuovi incubatori di impresa, a partire dall’analisi e dando visibilità a quanto già sta producendo la creatività dei nostri giovani.

Ester Bonafede:
Ai giovani bisogna anzitutto assicurare l’istruzione ed una formazione adeguata che gli permetta la partecipazione piena alla competizione altissima che governa attualmente il mercato del lavoro, correlandola strettamente a quelle che sono le risorse economiche, ed opportunità imprenditoriali o erte dal territorio.

 

Martedì 27 febbraio pubblicheremo le risposte alla sesta domanda che così recita: «Le Madonie sono un museo a cielo aperto. Cosa propone per rompere con il campanilismo che penalizza il territorio e lanciare un vero e proprio sistema Madonie»

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