Kroos salva la Germania: battuta la Svezia

“Campioni del mondo o in un mare di guai…” Citiamo i Pooh perché riprendere il solito Lineker, quello che dice che alla fine vincono sempre i tedeschi è troppo facile. Meglio una canzone nostrana per fotografare con una didascalia il 2-1 che ha visto crollare e risorgere la Germania campione del mondo di Loew, in un Oceano di guai fino al minuto 95′ quando Kroos con una magia su punizione ha saputo rompere il muro della Svezia. Un muro di poco gioco e tanta speculazione, dopo il vantaggio meritato di Toivonen e l’intero secondo tempo passato a difendersi anche dopo l’1-1 di Reus al 48′, pregustando già quel “biscotto” col Messico che avrebbe fatto fuori proprio i campioni del mondo. Non avevano fatto i conti con chi nel 2014 era in Brasile da protagonista, i soliti noti di cui Kroos fa parte. Del resto “per gli amici rimani chi sei, sarà il branco che viene a salvarti…”. Un branco di bianco vestito che nel calcio non muore – sportivamente – mai.

Eppure stavolta la Germania ha fatto di tutto per disattendere ogni pronostico dopo la sconfitta all’esordio col Messico. Quando tutti si attendevano una reazione veemente dei tedeschi, sul campo si è vista solo la Svezia per tutto il primo tempo. Una squadra coperta, ma coraggiosa nelle ripartenze e ficcante, attenta a far male sfruttando la svagatezza in mezzo al campo e in difesa di Kroos e compagni. Proprio il match winner infatti ha avuto sulla coscienza buona parte del gol subito al 32′ da Toivonen, bravo a battere in pallonetto Neuer dopo l’assist di Forsberg su errore del centrocampista del Real Madrid in disimpegno. Uno svantaggio arrivato dopo un’occasione gigantesca sprecata da Berg, con fallo da rigore più che dubbio non segnalato e mantenuto al minimo da un miracolo di Neuer a pochi secondi dall’intervallo. Il tutto nell’evanescenza dell’attacco con Werner centravanti poco supportato da Draxler e Mueller.

Una Germania troppo brutta per essere vera, e infatti nel secondo tempo la musica è repentinamente cambiata con l’ingresso di Gomez a fare a sportellate con i giganti scandinavi e la vivacità di Werner spostata sulla sinistra. Un copione tattico che ha portato subito al pareggio di Reus al 48′ con una deviazione di ginocchio, portando la sfida a giocarsi nella trequarti difensiva della Svezia fino all’ultimo. Una serie di conclusioni che non hanno elevato la qualità di gioco della Germania, ben sotto gli standard, ma che mattoncino dopo mattoncino hanno legittimato l’episodio giusto, lo sliding-door della partita, del girone e, chissà, del Mondiale stesso. Il tutto dopo il miracolo di Olsson su Gomez e gli errori sottoporta di Reus; l’espulsione di Boateng per doppio giallo, un secondo intervento decisivo di Neuer ad anticipare Guidetti e il palo clamoroso di Brandt al 92′, quello che avrebbe tagliato le gambe a chiunque.

Ma non alla Germania. I campioni del mondo in un mare di guai, gli amici della coppa del mondo tra i quali non c’è mai un vero addio. Anche quando tutto sembra dire il contrario, ci sarà sempre un ultimo Kroos per provarci fino all’ultimo. Spesso vincente, appunto. Ma per andare lontano Loew dovrà trovare la chiave giusta. L’aver evitato il biscotto tra Svezia e Messico è già un passo avanti, ma non può bastare.

GERMANIA-SVEZIA 2-1
Germania (4-2-3-1): Neuer 7; Kimmich 5, Rüdiger 5,5, Boateng 4,5, Hector 5 (40′ st Brandt 6); Rudy 6 (31′ Gündogan 6), Kroos 6,5; Draxler 5 (1′ st Gomez 6), Müller 5, Reus 6,5; Werner 6. A disp.: Ter Stegen, Trapp, Süle, Ginter, Hummels, Plattenhardt, Goretzka, Khedira, Özil. Ct.: Löw 5,5.
Svezia (4-4-2): Olsen 6; Lustig 5, Granqvist 6, Lindelof 6,5, Augustinsson 5,5; Claesson 5,5 (28′ st Durmaz 5), Larsson 6, Ekdal 6, Forsberg 6; Berg 6 (45′ st Thelin sv), Toivonen 6,5 (32′ st Guidetti sv). A disp.: Johnson, Olsson, Helander, Krafth, Jansson, Svensson, Hiljemark, Rohden, Guidetti, Nordfeldt. Ct.: Andersson 6.
Arbitro: Marciniak
Marcatori: 32′ Toivonen (S), 3′ st Reus (G), 49′ st Kroos (G)
Ammoniti: Ekdal, Larsson (S)
Espulsi: 37′ st Boateng (G) per somma di ammonizioni

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