Pippo Forte secondo Liborio Asciutto: una riflessione

Se qualcuno mi chiedesse: Chi è per te l’artista Pippo Forte? mi verrebbero subito in mente due immagini.

La prima immagine è quella di Pippo ‘artigiano della Bellezza’. Come sappiamo, almeno fino agli anni ‘50 del secolo scorso tutte le strade e i vicoli di Cefalù erano costellati da tanti laboratori artigianali che consentivano alle persone e alle famiglie di procurarsi le cose essenziali per la vita quotidiana.  Sappiamo pure che quasi tutti questi laboratori sono ormai scomparsi a favore di punti di ritrovo dove mangiare e bere o comprare oggetti costruiti magari all’estero. Resta però l’artigiano Pippo: ogni giorno va puntualmente nel suo laboratorio, indossa il camice di lavoro, prende gli attrezzi idonei e costruisce, con pazienza e amore, frammenti di bellezza variamente forgiati ed elaborati.

Ma c’è pure una seconda immagine che mi viene in mente (più congeniale al mio status): Pippo ‘ministro-sacerdote della Bellezza’.  Per capire meglio questa immagine soffermiamoci un istante sul luogo dove egli opera: quasi al centro di Via Mandralisca. In certo senso una specie di ‘via sacra’ di Cefalù, che taglia da Est ad Ovest il centro storico. Da lì lo sguardo sale verso Est dove sorge il sole (che c’è e non si vede), coperto dalla eccelsa cattedrale normanna, dove c’è – ma non si vede –  il Cristo luce del mondo. Poi lo sguardo scende e fiancheggia la grande Badia di S. Caterina, costeggia da una parte il complesso del barone Enrico Piraino di Mandralisca – inesausto ricercatore di opere belle, da offrire alla fruizione dei concittadini – e dall’altra la piccola badia – la ‘badiola’- , per proiettarsi ad Ovest verso il mare (che c’è ma non si vede) e dove tramonta il sole (che anch’esso c’è ma non si vede). In questo spazio sacro dedicato alla Bellezza Pippo ne è umile ministro e sacerdote. Ogni giorno non sale verso il Tempio, ma scende all’interno del suo minuscolo sacrario, indossa i propri paramenti sacerdotali e su una piccola ara sacrifica colori, inchiostri, pennelli e tele per innalzare inni alla Bellezza da condividere poi con i suoi concittadini. E le sue opere, quali preziose tessere s’incastrano a creare un ideale mosaico di luce e di grazia offerto ai nostri deboli occhi. Di tutto questo al caro Pippo siamo immensamente grati.

Liborio Asciutto

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