Bagnino: l’arte antica di fare turismo a Cefalù

Il turismo balneare cefaludese,soprattutto quello che si è sviluppato sul lungomare, deve la sua vita al bagnino. Grazie alla presenza di questi uomini del salvataggio, infatti, le spiagge della città di Ruggero sono diventate negli anni sicure per quanti hanno voluto trascorrere del loro tempo sulla spiaggia e a mare. Le origini di questa arte turistica della città di Cefalù affodando le proprie radici negli anni 40-50. Il bagnino, infatti, fa la comparsa a Cefalù subito dopo la seconda guerra mondiale grazie alla presenza del lido «miramare» sul lungomare. Peppino D’Amato e Pino Cimino sono due dei bagnini storici della città. Alla loro scuola si formano tante persone che nel corso degli anni assicureranno a Cefalù quella sicurezza sulla spiaggia che fa sviluppare il turismo balneare. Si va avanti negli anni per circa un quarantennio. Lentamente la spiaggia del lungomare comincia a diventare luogo dei bagnanti non solo nella parte dedicata al lido ma anche in quella libera dove non c’era alcuna sicurezza. Agli inizi degli ’80 il Municipio cefaludese decide di porre attenzione a tutta la spiaggia del lungomare e presto anche a quelle dell’intero litorale. Per questo nasce la cooperativa Nettuno grazie all’opera importante di Giuseppe Perito. Grazie alla Nettuno nove bagnini, dai primi anni ’80 fino al 1992 il lungomare è tranquillo per i bagnanti. Quando il Municipio decide di lottizzare il lungomare e di affidarlo ai privati cambia ancora una volta la prospettiva del bagnino a Cefalù. E’ il 1998 quando Simona Vicari inaugura i lidi del lungomare. A retribuire i bagnini non penserà più il Municipio perchè gli uomini del salvataggio passano alle dipendenze di lidi e strutture balneari. Avranno il compito di mettere in sicurezza le strutture balneari private e di assicurare il salvataggio anche sulle spiagge libere. A capo di questi bagnini è Filippo Valenziano che ad oggi ha formato alla sua scuola una ventina di bagnini.

Grazie ai tantissimi bagnini che da oltre sessant’anni vigilano sul mare che bagna la città di Cefalù il settore del turismo balneare cefaludese si è sviluppato negli anni. Bagnini a cui nessuno ha mai detto un grazie. Molte volte il grazie non è arrivato nemmeno da coloro che sono stati salvati dal mare dove stavano affogando. Tutti i bagnini che hanno operato, e continuano ad operare a Cefalù, anche quelli che oggi non sono più in vita, saranno ringraziati ufficialmente, con la consegna di attestati di merito e di stima, giovedì 2 marzo alle ore 18 presso l’Auditorium dell’Istituto Jacopo del Duca nel corso della manifestazione “Cefalù, mare e pescatori” organizzata da cefalunews, dal Lions Club, dal Rotary, dalla Fidapa, dalla Polis Kephaliodion e da Marsala editore. Una manifestazione, quella di giovedì prossimo, per ricordare quanto accaduto l’1 marzo del 1951 sul mare cefaludese quando sette pescatori della nostra città, in un mare in burrasca, hanno salvato alcuni marinai dell’Arenella di Palermo che erano alla deriva.

La manifestazione, arrivata quest’anno alla sua terza edizione, vedrà la premiazione di tutti i bagnini che hanno dedicato il loro tempo a salvare vite umane sul lungomare. Per questo vogliamo ricostruire, insieme ai nostri lettori, la storia del salvataggio nel mare di Cefalù grazie all’opera dei bagnini. Chiediamo a quanti sono in possesso di informazioni utili a disegnare questa pagina bella di storia della nostra città di farci avere le informazioni utili per non dimenticare nessuno dei bagnini, giorno 2 marzo, quando saranno consegnati gli attestati.

Per non dimenticare nessuno dei bagnini che hanno operato sul mare di Cefalù vi chiediamo di farci conoscere i loro nomi inviando le vostre segnalazioni servendovi dello spazio sotto dedicato ai commenti oppure inviando un messaggio al numero 347.2975402 o scrivendo all’email cefalunews.net@libero.it Potete anche inviarci le loro foto.

Gandolfo Albanese: