Quelle sei tragedie che hanno funestato la Targa Florio

La morte del pilota Mauro Amendolia e del giudice di gara Giuseppe Laganà è la sesta tragedia che si abbatte sulla Targa Florio. La prima morte durante la gara si ha il 25 aprile 1926. A perdere la vita quel giorno è Giulio Masetti da Bagnano. Si correva la 17ª edizione della corsa. Masetti decise di gareggiare su una Darracq di sua proprietà ma, a causa di un ritardo nella preparazione della macchina, fu costretto a ripiegare su una Delage due litri, dodici cilindri. La macchina portava il numero 13 e stava conducendo un’ottima gara quando, giunto su un ponticello a Sclafani Bagni, Masetti perse il controllo della vettura, andando a schiantarsi contro un terrapieno a cui fece seguito il decollo e il successivo ribaltamento, che schiacciò il corpo del pilota, che perse la vita all’istante a soli 31 anni (nella foto). Quando giunsero i primi soccorritori ad estrarlo lo trovarono vestito come al suo solito: tuta di colore bianco e cintura di cuoio marrone con fibbia in argento. Sul luogo dell’incidente sorge un cippo che lo ricorda.

La seconda tragedia domenica 16 maggio 1971. Il pilota triestino Fulvio Tandoj muore in seguito ad una uscita di strada al 27° Km. Siamo al secondo e ultimo passaggio dell’Alpine Renault n. 117 di “Effe-Ci” – Tandoj.

La terza tragedia si ha domenica 15 maggio 1977. Le vetture stavano percorrendo il 5° giro del Piccolo Circuito delle Madonie. Lungo i 72 km del tracciato di gara il pubblico vede sfrecciare una Osella Pa5 di colore giallo col n. 9 di gara che prosegue la sua corsa nonostante non abbia più il cofano posteriore con l’alettone. Alla guida c’è Gabriele Ciuti.Alla fine del rettilineo di Buonfornello c’è un curvone veloce a destra. Il pilota vi arriva in pieno, ma in entrata di curva la sua auto si scompone, ne perde il controllo salendo su un terrapieno. L’auto finisce su un gruppo di spettatori. Nell’incidente muoiono due persone. Ciuti è in stato di coma ma alla fine si salva. A causa di questo triste episodio le autorità decidono di porre la parola fine all’epopea della Targa sul circuito delle Madonie.

Giovedì 4 luglio 1985 perde la vita Sandro Picone, a soli 33 anni, a causa delle esalazioni di ossido di carbonio provocate da una marmitta che si buca durante la gara. Quel giorno la sua auto si trasforma in una camera a gas. E’ la prima tappa del 69° Rally Internazionale di Sicilia. Sandro Picone, 33 anni palermitano, cardiologo di professione, pilota per hobby muore pochi istanti dopo l’ultima prova speciale in programma. Un arresto cardiocircolatorio: provocato, dice il referto medico, dall’inalazione dell’ossido di carbonio che aveva invaso l’abitacolo della sua Alfasud.

Il 16 giugno 2012, durante la 96ª edizione, ha perso la vita il navigatore gallese Gareth Roberts, in seguito a un incidente che si è avuto durante la prova speciale 8, la cosiddetta “Cefalù 1”. Quell’anno il pilota Craig Breen ha perso il controllo dell’auto, una Peugeot 207 Super 2000, che si è andata a schiantare contro il guard-rail al termine di una curva veloce.

Gandolfo Albanese: