Cernobyl colpita dagli hacker

epa05965970 A source code on a computer in Taipei, Taiwan, 13 May 2017 (issued 15 May 2017). According to news reports, Cyber security firm TREND Micro warned that there will be more victims of ransomware 'WannaCry' on Monday when government offices, financial institutions and schools open, and this cyber attack can possible target smartphones. TREND also identified two malwares - Snake and Proton - which can hit Apple's Macintosh users by stealing data, monitor PC operation and log keys strokes. EPA/RITCHIE B. TONGO

Un nuovo attacco hacker, simile al ‘ramsonware’ WannaCry, ha colpito il mondo e in particolar modo l’Ucraina. Qui il contagio è stato “massiccio” e il premier Volodomyr Groysman non ha esitato a definirlo “senza precedenti”. Nel mirino, infatti, sono finite grandi banche, compagnie elettriche, società di trasporti – a Kiev in metrò non si poteva pagare con la carta di credito – e aeroporti; persino la centrale nucleare di Cernobyl ha subito guasti, benché non ai “sistemi critici interni”.

E l’Ucraina ha subito puntato il dito contro la Russia. “Non c’è alcun dubbio che dietro a questi ‘giochetti’ ci sia Mosca”, ha tuonato il consigliere del ministro dell’Interno ucraino Zoryan Shkiriak, sottolineando come il cyber-attacco non sia altro che l’ennesima manifestazione della “guerra ibrida” del Cremlino.

L’accusa, grave, è stata puntellata dalle parole del segretario del Consiglio di Sicurezza e della Difesa Oleksandr Turchynov: “Già dopo un’analisi preliminare del virus – ha dichiarato – si può parlare di una traccia russa”. Pure la Russia, però, è stata colpita.

Rosneft, la prima azienda petrolifera del Paese, ha visto il suo sito andare in tilt ed è dovuta passare ai sistemi informatici di riserva (non senza imbarazzo da parte della compagnia stessa). Altre società come Bashneft – ora parte di Rosneft dopo l’acquisizione dello scorso anno – Mars e Nivea sono state coinvolte. I danni però sembrano essere stati contenuti, specie al sistema bancario.

In Ucraina gli hacker invece hanno picchiato duro, infettando ad esempio i computer del Consiglio dei ministri. Il virus – che stando ai servizi di Kiev, l’Sbu, era “già noto” (il ‘Petya’) ma “modificato” – ha causato molti disservizi per quanto, come ha sottolineato Groysman, non è riuscito a penetrare le “infrastrutture vitali” del Paese. Anche se a Chernobyl i sistemi di monitoraggio delle radiazioni sono “saltati parzialmente” e si è dovuto passare in modalità manuale.

Gandolfo Albanese: