Seconda Guerra Mondiale: 1942 – La battaglia di Mezzo Agosto

La Battaglia di Mezzo Agosto chiamata dagli inglesi “Operazione Pedestal” iniziò nel Mediterraneo a circa 120 miglia a ovest dalla Sicilia, e vide ancora una volta affermarsi la supremazia tattica della flotta italo-tedesca su quella inglese. L’intervento, mediante il convoglio “Pedestal”, fu un ulteriore tentativo britannico di rifornire l’isola di Malta di viveri, carburanti e materiali di vario genere. In realtà, dopo la Battaglia di Mezzo Giugno (1) sia per la popolazione che per le guarnigioni, già alquanto stremate, non furono sufficienti neanche quei piccoli aiuti giunti tramite i sommergibili della Royal Navy. Tuttavia, per far fronte a questa indispensabile e urgente missione d’aiuto, furono allestiti dagli inglesi ben 16 mercantili, scortati da una considerevole quantità di navi militari. Inoltre, fu reso operativo un altro piano denominato in codice “Operazione Bellows” che consisteva nel far decollare dalla portaerei “Furious”, posta nelle acque delle Baleari, i suoi velivoli che avrebbero difeso lo spazio aereo dell’importante base strategica di Malta. Ciò nonostante, i preparativi inglesi furono per tempo scoperti da Supermarina, la quale coordinò una missione mirata che prevedeva l’impiego di forze aeree della Regia Aeronautica e della Luftwaffe, provenienti dalle basi militari di Sicilia e Sardegna, con l’ausilio di sommergibili, MAS, e motosiluranti. Nonostante i pochi rifornimenti che arrivarono a destinazione, l’isola di Malta non capitolò, soprattutto perché diminuirono le pressioni delle forze Alleate, poiché richiamate in Africa Settentrionale, ed anche per la scelta del Generale tedesco Erwin Rommel che spingendosi fino a El Alamein fece saltare l’Operazione C3/ Herkules. Abbiamo chiesto allo storico navale Virginio Trucco (2) di parlarci della Battaglia aeronavale di Mezzo Agosto combattuta nel Mediterraneo centrale dall’11 al 13 agosto di settantacinque anni fa.

«La battaglia di mezzo agosto fu il più grande scontro aereonavale nel Mediterraneo della Seconda Guerra Mondiale. Alla fine di luglio del 1942 l’ammiragliato inglese su richiesta di Churchill, che faceva del rifornimento di Malta un punto d’orgoglio per l’Inghilterra, decise di effettuare una nuova operazione in grande stile per rifornire l’isola. L’operazione prese il nome in codice di Pedestal. Il piano prevedeva che l’operazione fosse condotta con le forze della Home Fleet e della squadra di Gibilterra, mentre la Mediterranean Fleet, vista la sua situazione, avrebbe dovuto solo simulare la partenza di due convogli dall’Egitto, al fine di confondere le idee ai comandi dell’Asse. La forza inglese doveva lasciare le proprie basi la notte del 2-3 agosto, entrare in Mediterraneo passando lo Stretto di Gibilterra nelle prime ore del 10, poi il piano ricalcava quello di giugno, la forza principale avrebbe scortato il convoglio fino al Canale di Sicilia e poi sarebbe rientrata, lasciando il convoglio solo con la scorta diretta, inoltre 8 sommergibili si sarebbero disposti nelle acque siciliane per contrastare l’eventuale uscita in mare delle unità maggiori della Regia Marina.

La Kenya sotto attacco il 12 agosto 1942

Nell’operazione gli inglesi misero in mare: 4 portaerei ( “Eagle”, “Victorious”, “Indomitable” e “Furious”), 2 corazzate (“Rodney” e “Nelson”), 7 incrociatori, 34 cacciatorpediniere, 8 sommergibili, 4 corvette, 4 dragamine, 7 motocannoniere, 2 navi rifornitrici, 2 rimorchiatori e 16 moderni mercantili. Il comando in mare fu affidato al viceammiraglio E.N. Syfret. Salpati dall’Inghilterra, le navi giunsero nella notte del 10 a Gibilterra, ma trovarono lo stretto coperto da una fitta nebbia, passata la giornata del 10 a rifornirsi, all’alba dell’11 la nebbia si alzò e la possente flotta entrò in Mediterraneo. I comandi dell’Asse informati della partenza delle navi, avevano allertato la ricognizione aerea, comunque Supermarina a Roma era convinta che la meta del convoglio fosse Malta. Grazie alla precedente esperienza di giugno, fu deciso di concentrare gli sforzi di velivoli, sommergibili fra le acque a Sud-Ovest della Sardegna e sulle rotte per Malta, mentre nel Canale di Sicilia sarebbero state dislocate motosiluranti, MAS e sommergibili a supporto dei campi minati esistenti. Per la prima volta la Regia Marina utilizzò i sommergibili come sbarramenti mobili, spostandoli secondo le esigenze, in tutto furono utilizzati 784 aerei, fra Regia Aereonautica e Luftwaffe, fra questi vi era anche un SM 79 carico di esplosivo e radiocomandato, soprannominato Canarino per via della colorazione gialla utilizzata per renderlo più visibile all’operatore addetto alla guida, inoltre la Regia Aereonautica, utilizzò in via sperimentale delle bombe perforanti da 650 Kg autopropulse, altri 200 aerei furono utilizzati per attaccare Malta, la marina mise a disposizione una trentina di sommergibili, 10 motosiluranti e 13 MAS. A causa dei danni subiti dalle unità maggiori durante l’operazione di mezzo giugno e la scarsità di nafta e la mancanza di copertura aerea, Supermarina decise di non utilizzare le navi da battaglia, ma fece prendere il mare il giorno 12 solo agli incrociatori della III e VII divisione, 6 incrociatori e 11 cacciatorpediniere, che secondo il piano dovevano attaccare il convoglio nelle acque di Pantelleria, operazione poi annullata visto il rifiuto tedesco di fornire la copertura aerea. Per il convoglio inglese la mattina dell’11 trascorse senza particolari difficoltà, il sommergibile italiano “Uarsciek” lanciò contro una portaerei, ma senza risultati, alle 12.30 la portaerei “Furious” iniziò le operazioni di lancio degli aerei diretti a Malta, intorno alle 13.00, mentre la formazione si trovava a 80 miglia da Algeri, fu avvistata dal sommergibile tedesco “U73”, che penetrato lo schermo difensivo lancio 4 siluri contro la portaerei “Eagle”, colpita da tutte e 4 le armi la portaerei, si capovolse ed affondò in 8 minuti causando la perdita di 200 uomini dell’equipaggio. Al tramonto il convoglio subì il primo attacco aereo, che non causò danni, nella notte il sommergibile italiano “Dagabur”, scoprì il gruppo della “Furious” e si portò all’attacco, scoperto fu attaccato dal caccia “Wolverine”, che lo speronò affondandolo con tutto l’equipaggio, il caccia però riportò danni così gravi che lo costrinsero a rientrare a Gibilterra sotto scorta.

Savoia Marchetti S.M.79 in volo sul Mediterraneo

La mattina del 12 ripresero gli attacchi aerei, che causarono alcuni danni alla portaerei “Victorious”, gli attacchi continuarono ininterrotti fino al primo pomeriggio ed il mercantile “Deucalion”, insieme agli attacchi aerei iniziarono gli attacchi dei sommergibili, durante uno di questi, fu affondato il sommergibile “Cobalto”, speronato dal caccia “Ithuriel” dopo un accanito combattimento. Alle 17.50 oltre agli attacchi dei sommergibili ripresero gli attacchi aerei che continuarono sino alle 23.00. Gli SM79 centrarono il caccia “Foresight”, che affondò, aerei tedeschi colpirono la portaerei “Indomitable” causando vasti incendi, alle 19.00 l’ammiraglio Syfret ordinò al grosso della flotta di invertire la rotta e rientrare a Gibilterra, rientro che avvenne fino al raggio di azione degli aerei sotto costanti bombardamenti che causarono danni alle unità. Il convoglio proseguì la sua rotta per Malta con la scorta della forza X al comando del contrammiraglio Burrough. Alle 19.18 il sommergibile italiano “Dessiè”, nei pressi di Capo Bon silurò il mercantile “Brisbane Star” di 13.000tsl, che rimase immobilizzato ma poi riprese la navigazione per essere attaccato da aerosiluranti, nonostante i danni riportatati, il mercantile riuscì a raggiungere Malta, gli aerei colpirono nuovamente il “Deucalion” che saltò in aria, alle 20.00 il sommergibile “Axum” al comando del TV Renato Ferrini in agguato a 25 miglia da Capo Blanc, avvistò la formazione nemica, portatosi all’attacco, lanciò 4 siluri a ventaglio colpendo 3 navi, l’incrociatore “Nigeria”, l’incrociatore contraereo “Cairo” che per i danni subiti fu affondato dagli stessi inglesi e la petroliera americana “Ohio”, che fu presa a rimorchio, toccò poi al sommergibile “Bronzo”, che silurò facendolo esplodere il mercantile “Empire Hope”, mezz’ora dopo affondò il “Clan Ferguson” e furono danneggiati altri 3 mercantili, il convoglio era ormai disperso ed i caccia erano impegnati a cercare di ricomporlo e al recupero dei naufraghi. Alle 21.15 il sommergibile “Alagi”, attaccò l’incrociatore “Kenya” mettendolo fuori combattimento. Intorno al 01.00 del 13 iniziarono gli attacchi della motosiluranti e dei MAS, alle 01.13 le motosiluranti tedesche “S30” e “S36” colpirono il mercantile “Rochester Castle” danneggiandolo gravemente, alle 01.17 le motosiluranti italiane “MS16” e “MS22” colpirono l’incrociatore “Manchester” immobilizzandolo e danneggiandolo tanto seriamente che alle 5.50 affondò, la motosilurante italiana “MS31” affondò il piroscafo “Glenorchy”, i MAS affondarono i mercantili “Wairangi” e “Almeria” “Likes”, il “Santa Elisa” fu incendiato e affondato la mattina successiva dagli attacchi aerei, fu di nuovo colpita la petroliera “Ohio” a rimorchio. Alle 08.10 ripresero gli attacchi aerei, il mercantile “Wairama” esplose, fu di nuovo colpito il “Rochester Castle”, che affondò nel porto di Malta durante le operazioni di scarico, alle 13.00 la malconcia forza X invertì la rotta lasciando che i piroscafi raggiungessero Malta da soli. Negli attacchi del pomeriggio fu affondato il piroscafo “Dorset”. Poi nel tardo pomeriggio gli attacchi cessarono, questo permise a 5 mercantili seppur danneggiati di raggiungere Malta fra il 14 ed il 15. La battaglia era finita, gli inglesi avevano perduto una portaerei, due incrociatori, un cacciatorpediniere e 11 mercantili, erano state danneggiate seriamente una portaerei e due incrociatori, e molte altre unità avevano riportato danni. Da parte italiana si persero i sommergibili “Dagabur” e “Cobalto” ed un sensibile numero di aerei italiani e tedeschi».

(1) G. Longo Seconda Guerra Mondiale: Operazione di Mezzo Giugno – battaglia di Pantelleria –

(2) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979, frequenta il corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Dal 1981 è dipendente di Trenitalia S.p.A. Lo storico navale Virginio Trucco è membro dell’Associazione Culturale BETASOM (www.betasom.it).

Testi consultati da Virginio Trucco: La guerra italiana sul mare, Giorgio Giorgerini, edizioni Mondadori. Le battaglia navali del Mediterraneo nella Seconda Guerra Mondiale, Arrigo Petacco, edizioni Mondadori. Storia della Marina, vol 4°, Fabbri Editori.

Foto a corredo dell’articolo:

1) La Valletta e il Porto Grande di Malta sotto bombardamento da parte di S.M.81 italiani.

2) L’incrociatore britannico Kenya sotto attacco aereo durante la battaglia di mezzo agosto (Press agency photographer – This is photograph HU 53130 from the collections of the Imperial War Museums (collection no. 4700-09). OPERATION PEDESTAL, AUGUST 1942, 12 August: Evening Air and Submarine attacks: HMS KENYA under air attack on her return voyage to Gibraltar.

3) S.M.79 della 193ª Squadriglia in volo sul Mediterraneo. In questa configurazione si notano le quattro mitragliatrici, frontale, dorsale, laterale e ventrale. Andrea Nicola (1916 – 1972) – Archivio Riccardo Nicola da foto originale del Servizio Fotografuco della Regia Aeronautica.

Giuseppe Longo

giuseppelongoredazione@gmail.com
@longoredazione

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