Stasera vigilia dell’Immacolata torna la serenata a Maria

Torna stasera, 7 dicembre vigilia dell’Immacolata, la Serenata a Maria che quest’anno festeggia il suo trentesimo compleanno. L’appuntamento è alle ore 21 nella chiesa degli Artigianelli di via Roma.  Per l’occasione abbiamo intervistato Carmelita Gennuso che stasera torna a dirigere la Serenata.

Come è nata tanti anni fa la Serenata a Maria?
“Siate arcidevotissimi della Madonna”… è una frase del Murialdo che ha accompagnato tutta la vita di P. Antonio Guerra. Ed è proprio da questa frase che 30 anni fa è nata la Serenata a Maria: il canto d’amore per la donna amata. E p. Antonio amava la Madre del suo Signore. E quale modo più bello poteva esserci di rendere tangibile questo amore se non quello di lodarLa con il canto, la poesia e la musica? E noi, ancora oggi, vogliamo continuare a fare questa dichiarazione d’amore.

Quali saranno i temi della Serenata di quest’anno?
Quest’anno ci rivolgiamo a Lei come “colei che scioglie i nostri nodi “… per riannodarci a Dio. Nell’immagine della Vergine che scioglie i nodi, tanto cara anche a Papa Francesco, viene rappresentata Maria al centro, con al lato destro un angelo che le porge un nastro con nodi di tutti i tipi. Con il suo sguardo Maria ci vuole dire di non dubitare, anche se i nodi sono molti e difficili. Infatti alla sua sinistra, tra la luce della misericordia e della salvezza divina, un altro angelo riceve il nastro che scivola liscio tra le sue mani: ciò significa che la preghiera del fedele è stata ascoltata e che il nodo è stato sciolto per intercessione di Maria. Questa sera porteremo a Lei alcuni nodi che affliggono il nostro mondo: la povertà, la fame, i disastri ambientali, le guerre di religione, l’immigrazione, il martirio dei cristiani uccisi, con il ricordo di p. Ettore. Portiamo alla Vergine anche i nostri problemi, gli intralci che troviamo lungo il cammino… ed essi diventeranno un nastro dritto, una strada appianata.

Padre Ettore Cunial è stato ucciso l’8 ottobre 2001 a Durazzo in Albania dove ha  vissuto poco meno di un anno, tra novembre 2000 e ottobre 2001, lasciando un forte ricordo in tanti che lo hanno conosciuto. Prima di andare in missione in Albania aveva diretto l’Istituto Artigianelli di Cefalù.

Gandolfo Albanese: