Domenica 4 marzo si vota per eleggere i nuovi Senatori della Repubblica italiana. Nel territorio di Cefalù e delle Madonie sette candidati si contendono un posto per Palazzo Madama. Sono i candidati del Collegio del quale, oltre a Cefalù e ai comuni delle Madonie, fanno parte i comuni di Bagheria, Villabate e Termini Imerese. I sette candidati sono Mario Cicero (Centro sinistra), Ester Bonafede (Centro destra), Loredana Russo (Movimento cinque stelle), Nadia Spallitta (Liberi e Uguali), Giovanni Maniscalco (Potere al popolo), Francesco Aliberti (Pri-Ala), Vincenzo Di Bella (Casapound).
A loro abbiamo inviato sette domande. Dopo avere pubblicato le risposte alla prima domanda, con un articolo che in due giorni ha ricevuto 63.281 accessi, alla seconda domanda, con un articolo che in 24 ore ha ricevuto 52.929 accessi, oggi pubblichiamo le risposte alla seconda che così recita: «Cefalù è senza acqua potabile dal 17 giugno 2016. Intende assumere qualche impegno per ridare dignità a questa città e far tornare a scorrere acqua potabile dai rubinetti delle abitazioni di chi vi risiede?»
Il Problema acqua va affrontato per tutta la Sicilia. Non si può pensare allo sviluppo della nostra terra senza una diversa gestione delle sorgenti, degli invasi e della distribuzione. Dobbiamo avere un approccio diverso nella gestione, il mio modello è quello dello Stato di Israele.
Francesco Aliberti: Il territorio di Cefalù e Madonie per la loro natura sono le più verdi della Sicilia, ciò evidenzia un’ abbondanza di acqua, vedi sorgente di Scillato, di Collesano, di Geraci Siculo, Presidiana, Piano Battaglia e tante altre Sorgenti che non vengono valorizzate. Cefalù quando utilizzava le sorgenti di Collesano e Scillato non aveva sofferto di acque potabili, nel 1958 gli era stato precluso l’utilizzo delle sorgenti, in favore di altre destinazioni. Da quando la politica regionale delle acque è intervenuta limitando l’utilizzo di alcune sorgenti e ha voluto interferire nella gestione delle acque, ha creato gravi problemi al Comune di Cefalù. La politica regionale interferendo nelle politiche locali ha creato disservizi. Pertanto, sono convinto che bisogna lasciare ai Comuni (Enti locali) liberi la gestione delle sorgenti del territorio, le quali sicuramente troveranno un equilibrio e non subiranno lo strapotere delle grandi città, a discapito dei piccoli Comuni e delle attività economiche, industriali, commerciali e turistiche.
Domani martedì 20 febbraio pubblicheremo le risposte alla quarta domanda che così recita: «I comuni delle Madonie da diversi anni sono collegati attraverso strade per nulla percorribili. Quale impegno assume per cambiare questa situazione?»