Castelbuono: a Gaetano Sgroi il premio «Sicilia a tavola nel mondo»

Lo chef Gaetano Sgroi fra il direttore artistico Angelo Butera e il sindaco Mario Cicero nel momento della consegna del premio.

Allo chef Gaetano Sgroi è stato consegnato il premio «Sicilia a tavola nel mondo» nel corso del primo incontro in piazza della XXI edizione del Castelbuono Jazz festival. A consegnare il premio sono stati il direttore artistico della manifestazione, Angelo Butera, e il sindaco Mario Cicero. Sgroi, 51 anni, originario di Calatafimi in provincia di Trapani, ha partecipato al primo degli “Incontri in piazza Margherita” a Castelbuono insieme a Manfredi Barbera, che guida l’azienda dei “premiati oleifici Barbera” ed è uno dei maggiori esperti nel comparo dell’olio, Domenico Targia, dirigente del dipartimento pesca della Regione siciliana, e Michele Latona che da oltre trentacinque anni svolge la propria attività nell’ambito del teatro e dello spettacolo ed attualmente è Direttore organizzativo della fondazione Orestiadi di Gibellina. A moderare il confronto è stato il nostro direttore Mario Macaluso.

Lo chef Gaetano Sgroi ha lasciato la Sicilia a 14 anni e da allora ha girato il mondo facendosi apprezzare ovunque, nella sua arte di cucina, portando la tradizione gastronomica italiana e siciliana in particolare. Attualmente è l’executive chef dell’hotel cinque stelle di Kiev, dove nelle scorse settimane si è giocata la finale di Champions League contro il Liverpool. Proprio per lo squadrone spagnolo del Real Madrid e tutto lo staff, Sgroi ha preparato sei pasti al giorno tutti serviti a buffet.  Ha avuto modo di apprezzare l’umiltà di Ronaldo e i suoi gusti particolari nel mangiare. Nel corso della sua attività di chef, sempre Sgroi, ha preparato i pasti per l’allora presente Oscar Luigi Scalfaro quando nel 1998 è stato in visita ufficiale in Cina ed ha avuto modo di conoscere, sempre a tavola, la semplicità e l’umiltà di Nelson Mandela che per i suoi pasti si faceva preparare il piatto povero di polenta che mangiava durante gli anni della sua prigionia proprio per non dimenticare quei giorni tragici della sua vita.

Gandolfo Albanese: