Piano Battaglia, dieci feriti sulla neve ma gli impianti sono ancora fermi

A Piano Battaglia per il terzo week end, nonostante la neve, gli impianti di risalita sono rimasti chiusi. Venerdì scorso si è tenuto un incontro a Palermo e sembra si sia aperto uno spiraglio per la loro riapertura, la prossima settimana l’incontro decisivo tra la Piano battaglia srl e la Citta Metropolitana. Ma nonostante gli impianti fermi in migliaia hanno affollato il pianoro e non sono mancati i feriti. La speciale task force messa in campo, dopo l’impreparazione delle scorse settimane, ha visto gli uomini del Soccorso Alpino e speleologico siciliano, la protezione civile della Città Metropolitana, i sanitari del 118, il corpo forestale, carabinieri, vigili urbani, ma anche guardia di finanza occuparsi della sicurezza e della viabilità nella zona ma anche soccorrere i numerosi feriti. Una decina quelli che sono dovuti ricorre alle cure sanitarie.

Sono stati 6 gli interventi effettuati nel fine settimana a Piano Battaglia dai tecnici del Soccorso alpino e speleologico siciliano in virtù della convenzione con la Protezione civile della Città metropolitana di Palermo per garantire l’assistenza e il soccorso nel comprensorio di Piano Battaglia nei fine settimana durante il periodo di innevamento. Nella scorsa stagione il CNSAS ha effettuato a Piano Battaglia circa 20 interventi, in netto calo rispetto ai 32 del 2017.

Nei giorni scorsi il Soccorso alpino siciliano ha eseguito la prova di soccorso in linea con evacuazione della seggiovia della Mufara. L’intervento, che ha visto al lavoro 14 tecnici specializzati in manovre alpinistiche e speleologiche, prevedeva la simulazione di un blocco improvviso degli impianti mentre trasportavano gli sciatori. Gli uomini del Sass, divisi in quattro squadre formate ognuna da tre uomini oltre ad un coordinatore e un addetto alle comunicazioni, si sono arrampicati sui piloni ghiacciati, hanno raggiunto dall’alto le singole seggiole simulando il soccorso agli occupanti calati uno per uno a terra con le corde. 

Gandolfo Albanese: