Polizzi: torna a splendere l’acquedotto romano che di trova alle porte della città

Torna a splendere il vecchio acquedotto romano che si trova alle porte della città nella zona del Carmine. Oggi restano solo alcuni archi che si caratterizzano per la maestosità con la quale si ergono verso le montagne che sovrastano il territorio polizzano.

L’acquedotto romano di Polizzi Generosa fu una delle opere di convoglio idrico più importanti nella Sicilia romana. Attraversava il territorio comunale con decine di archi ma della presenza di tale sistema idrico non si hanno molte notizie nelle fonti classiche. Una delle prime notizie circa la sua esistenza si ha quando tra il XV e XVI secolo Polizzi è al centro della vita culturale siciliana. Tra il 1428 e il 1572, infatti, nel territorio comunale venne aperta la prima scuola pubblica ed inaugurata la scuola di “prime lettere”, da parte dei Gesuiti, che presto portò ai corsi di studio superiori. In quegli anni floridi per la comunità polizzana venne anche portata l’acqua che sorgeva sul monte più importante della città dedicato alla Madonna dell’Alto. Per costruire questo grande acquedotto non si esita a servirsi dei ruderi che esistevano del vecchio acquedotto romano. Proprio grazie a questa nuova opera idrica il vecchio acquedotto romano torna in vita soprattutto alle porte della città nella parte vicino alla chiesa del Carmine. Per questo il nuovo acquedotto viene costruito in stile romano. All’interno degli archi si fanno entrare i tubi che trasportavano l’acqua potabile nella vasca di piazza Castello, punto più alto della città da dove poi veniva distribuita a tutta la comunità.

Con il trascorrere degli anni, però, l’attenzione dei polizzani svanisce dalla maestosa opera di stile romana. E così fra l’indifferenza della comunità cominciano a scomparire gli archi romani dentro i quali scorreva l’acqua. La scomparsa quasi totale dell’antico acquedotto di stile romano, rimasto in piedi fino alla fine dell’800, si ha all’inizio del ‘900 quando la città inizia ad espandersi verso la zona del Carmine. L’arrivo delle nuove abitazioni in quella zona, infatti, in alcuni casi ingloba i vecchi archi ed in altri li abbatte pur di fare spazio ai nuovi fabbricati. Del vecchio acquedotto restano in piedi, alla fine, solo i sette archi che non si possono abbattere in quanto al di sotto passa la strada che collega la città di Polizzi con le campagne che portano verso Piano Battaglia e lo stesso monte della Madonna dell’Alto. Nel 1962, fra l’indifferenza della città, un’altra opera offusca le tracce dell’acquedotto. Proprio a ridosso degli archi, infatti, si costruisce una stazione di servizio per la distribuzione del carburante. Sono gli anni che vedono arrivare in città le auto e pur di dotare la comunità di una stazione di servizio alle porte di Polizzi nessuno si preoccupa che con la nuova costruzione si sarebbe potuta offuscare la bellezza di quei resti dell’acquedotto romano rimasto ancora in piedi. La stazione di servizio va avanti per oltre mezzo secolo. Due anni fa ha ha chiuso i suoi battenti. In queste ore si sta abbattendo per tornare a fare splendere l’antico acquedotto.

Da oggi una nuova attrazione torna a splendere a Polizzi. Il vecchio acquedotto romano può tornare ad essere uno dei luoghi più caratteristici della città dal quale far partire un tour cittadino per i turisti che mette insieme storia, tradizioni e religiosità.

Foto: Gioacchino Lavanco

Gandolfo Albanese: