Pasqua sulle Madonie è sinonimo di emozione. Dopo avere raccontato nei mesi scorsi i momenti più caratteristici della tradizione pasquale madonita ecco oggi, nel giorno di Pasqua, offrire ai lettori i sei appuntamenti che, secondo il nostro giudizio, rappresentano i momenti più emozionanti della Pasqua sulle Madonie. La Cerca di Collesano [caption id="attachment_87265" align="aligncenter" width="1600"] Foto di Antonio Leone[/caption] Si celebra ogni anno il Venerdì Santo. La tradizione racconta che per la prima volta sarebbe stata messa in scena nel 1667. Si tratta di una lunga processione che va avanti per oltre cinque ore e ripropone le quattordici stazioni della Via Crucis con personaggi viventi. Ad organizzarla è la confraternita del Santissimo Crocifisso. Per l'occasione i Confrati indossano una lunga tunica bianca con sopra una mantellina nera, il cappuccio bianco, i guanti e le calze di colore marrone, i sandali ed una corona di spine sul capo. La manifestazione inizia di buon mattino, intorno alle sette, nella Chiesa di Santa Maria la Vecchia. Va avanti per oltre cinque ore ed attraversa tutte le strade della cittadina madonita. Si conclude intorno a mezzogiorno nella stessa chiesa da dove è cominciata. Ad aprire il corteo è il confrate più anziano che a volto scoperto porta il simbolo “INRI” che è stato collocato sulla Croce di Gesù a indicare che è il Re dei Giudei. Cefalù: L'Incontro [caption id="attachment_87143" align="aligncenter" width="1200"] Foto di Giacomo Sapienza[/caption] A Cefalù il tradizionale rito dell'Incontro del venerdì santo, fra l'Addolorata e il Gesù morto, si svolge prima di iniziare la processione per le strade della città. Si tiene ai piedi della Cattedrale, quando le due statue arrivano in piazza Duomo. Un rito che fino alla fine dell'800 vedeva collocare le due statue, una accanto all'altra, sulla gradinata rivolte verso i fedeli. E' un momento suggestivo e assai toccante. Nel passato al suono della "truoccula" la folla si inginocchiava e la banda iniziava a suonare. Dopo l'Incontro ancora oggi inizia la processione fra le vie della città. L'Incontro di Petralia Sottana [caption id="attachment_87333" align="aligncenter" width="2048"] Foto Simone Minneci[/caption] E' il momento più emotivo dei riti pasquali di Petralia Sottana. Si tiene nel giorno di domenica a mezzogiorno. Sin dal mattino le campane suonano a festa annunciando la Resurrezione di Cristo. I confrati si preparano vestendosi con i loro abiti tradizionali. La statua della Madonna, ancora ammantata di nero per il lutto, viene portata a spalla dalla Confraternita del SS. Rosario. Il Cristo morto, invece, viene portato dalla Confraternita del Sacramento. Ad aprire la processione sono le tante confraternite e le diverse congregazioni. Con loro portano i segni della loro storia: palii, crocifissi, torcioni, “paliceddi” e “sergentine”. L'ordine della processione segue quello della fondazione. Ad aprire è la congregazione più giovane. A chiudere, invece, è la confraternita più antica. Le due statue vengono portate attraverso il centro storico seguendo itinerari diversi per poi fermarsi in punti precisi del paese in prossimità del “Chianu ‘u Culleggiu”. Fermi si attende lo sparo dei mortaretti. A seguire intervengono i cerimonieri che danno tre squilli di tromba e tre spari. A questo segnale il Cristo Risorto e la Madonna si muovono. Corrono l’uno verso l’altra. La Madonna riconosce il Figlio e perde il velo del dolore. Madre e figlio si abbracciano tra gli applausi dei fedeli ma anche fra lacrime di commozione, volo di colombe, spari di mortaretti e musica della banda musicale. Subito dopo le statue disposte mentre si guardano percorrono il centro storico e rientrano nella Chiesa Madre. La domenica delle Palme a Gangi [caption id="attachment_87334" align="aligncenter" width="720"] Foto: Fidapa Cefalù[/caption] Una delle processioni pasquali più belle delle Madonie si tiene a Gangi la domenica delle Palme. E' una tradizione antica e ad organizzarla sono le dodici confraternite del Borgo, la maggior parte delle quali sono nate nel XVII secolo. Tutto comincia alle prime luci dell’alba quando i confrati si riuniscono nella chiesa della Confraternita organizzatrice. L'inizio della processione è annunciata alla città da alcuni rulli di tamburo. I confrati sfilato in fila verso la Chiesa madre. Portano sulle spalle le "grandi palme". In testa la confraternita più giovane, quella di San Giuseppe dei Poveri, per ultima la più antica, quella del SS.Salvatore. A precedere ogni confraternita vi sono due tamburinara che indossano una preziosa rubrica ricamata con fili color oro e argento. Dopo di loro sfilano tutti gli altri confratelli tra cui quello con la “grande palma” e quello che porta il «còccumu» ovvero il bastone che sostiene il simbolo della confraternita. Molti dei confratelli indossano una tunica bianca con una mantella che è di colore diverso a secondo la confraternita di appartenenza. Il momento più carico di emozione si ha quando tutti i confratelli entrano nella Chiesa Madre rievocando l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. I tamburinari, man mano che arrivano davanti l'ingresso principale della chiesa, si dispongo al lato degli archi che si aprono ai piedi della torre campanaria. I confratelli entrano lentamente in chiesa. Non appena vi entra l'ultima confraternita, il rullo dei tamburi si fa assordante per poi cessare improvvisamente. Il venerdì santo a Polizzi [caption id="attachment_86656" align="aligncenter" width="1600"] Foto di Lorenzo Sausa[/caption] E' una delle processioni del venerdì santo fra le più antiche della Sicilia. Con molta probabilità è nata nella prima metà del '600. Ad organizzarla e portarla avanti negli anni è stata la confraternita Maria Santissima degli agonizzanti che a Polizzi è nata nel 1662. A testimoniare le origini antiche di questa processione è anche la statua dell'Addolorata che viene portata ancora oggi fra le strade della città. La Madonna, infatti, è un raro esempio di arte andalusa ed ha le mani e il viso di cera. La processione del venerdì santo che si svolge a Polizzi, quindi, ha origini andaluse e risale al periodo della presenza spagnola in Sicilia. Tra le tradizioni andaluse ancora oggi presenti, nella processione del venerdì santo che si tiene a Polizzi, c'è quella dei "costaleros". E' una tradizione che in Spagna vede ancora oggi portare a spalla i “passo” ovvero delle pesanti immagini religiose che rimandano alla passione di Cristo. Con molta probabilità durante le prime processioni del venerdì santo che si tengono a Polizzi i membri della confraternita portavano sulle proprie spalle alcune statue che ritraevano Gesù alla colonna e sotto la Croce. Questa tradizione, però, è cambiata nel corso degli anni e oggi durante la processione alcuni confrati portano in giro, fra le braccia, alcune piccole statue che rimandano alla passione di Cristo. Della tradizione spagnola è rimasto ancora oggi l'andamento della processione. Lo stile, infatti, è quello della ricerca e vede la statua della Madonna seguire quella del Cristo morto. La «Sulità» di Gratteri [caption id="attachment_84692" align="aligncenter" width="800"] Foto: www.gratteri.org[/caption] La «Sulità» di Gratteri affonda le sue radici nella religiosità spagnola ed in particolare in quella che ancora oggi rende la città di Siviglia una «capitale mariana». Per la prima volta questa processione si è svolta a Gratteri nel 1612. Questa processione è originale perché i confrati sfilano in corteo uno dietro l'altro a volere significare l'isolamento, la lontananza e l'abbandono nel quale è finito l'uomo con la morte di Gesù. Con la lanterna in mano accesa camminano uno dietro l'altro in abito tradizionale: Il camice, il cappuccio e la mantella di colore diverso a secondo della confraternita a cui si appartiene. La processione va avanti in silenzio per tutta la sera. Ad interrompere il clima di raccoglimento è solo il rumore dei "truocchili" ovvero uno strumento di legno che produce un suono crepitante e viene utilizzato, secondo un'antica tradizione, durante la settimana santa, in sostituzione delle campane. Anche i tamburi che vengono utilizzati il venerdì santo sera suonano mestamente.