Bere acqua insieme alle pesche fa bene o male? La risposta della medicina

Bere acqua insieme alle pesche fa bene o male? Bere troppa acqua insieme alle pesche potrebbe causare gonfiori allo stomaco. Non bisogna mai bere troppa acqua dopo aver mangiato questi frutti perché si rischia un’indigestione. Ma bere acqua insieme alla pesca troppo matura potrebbe avere negative conseguenze. Quando il frutto è troppo maturo da aver fatto schiudere il nocciolo, infatti, potrebbe venire fuori l’acido cianidrico. Questo acido è tra i veleni più potenti che si conoscano sia per la gravità sia per la rapidità delle manifestazioni tossiche. Anche se gli esperti affermano che per avere dei seri effetti tossici si dovrebbero mangiare molte decine di questi noccioli è sempre bene fare attenzione. Questo acido si trova nella mandorla contenuta nel nocciolo della pesca. Il nocciolo, infatti, racchiude un glicoside chiamato amigdalina, un glicoside cianogenico che in altre parole libera acido cianidrico quando è sottoposto ad idrolisi enzimatica.  Ecco perché non occorre bere acqua soprattutto quando si mangiano le pesche troppe mature con il nocciolo aperto. Un nocciolo non intatto, comunque, non è motivo di preoccupazione, se si sta attenti a non consumare l’interno del nocciolo stesso.

Cosa fare con i noccioli della pesca? Si può preparare un liquore che fa parte della tradizione emiliana . Occorrono 1 litro di alcool alimentare, 45 noccioli di pesca, 350 ml di acqua e 300 gr di zucchero semolato. Lasciare in infusione i noccioli nell’alcool per 40 giorni in un contenitore di vetro al buio. Dopo 40 giorni, fare lo sciroppo facendo bollire l’acqua con lo zucchero. Far raffreddare ed unire all’infuso con i noccioli. Far riposare 8 giorni, poi filtrare ed imbottigliare. Aspettare almeno due mesi prima di degustare. Per avere, invece, una nuova piantina di pesco basta seminare il nocciolo senza esporlo al sole. Occorre lasciare tutto al riparo ma non dentro casa. Occorre far prendere al nocciolo il gelo dell’inverno per farlo schiudere. Ogni tanto occorre bagnare la terra. A primavera arriverà la nuova piantina.

Perché mangiare le pesche con la buccia? Alcuni ricercatori hanno scoperto che nella buccia delle pesche ci sono delle molecole che inibiscono l’angiotensina II, un ormone octapeptidico che nell’uomo è deputato alla regolazione della pressione arteriosa e di altre funzioni quali il controllo idroelet-trolitico a livello renale. L’angiotensina II agisce a livello cardiovascolare come attivante cardiaco aumentando la forza della contrazione e la frequenza dei battiti. Aumenta, quindi, le resistenze periferiche aumentando la pressione arteriosa. A livello della corteccia surrenale stimola anche la produzione di aldosterone e di adrenalina a livello della midollare. Sul sistema nervoso ha due effetti. A livello centrale, stimola i centri della sete. A livello periferico favorisce la liberazione di noradrenalina da parte delle terminazioni simpatiche. Questa stessa molecola induce inoltre la secrezione da parte dell’ipofisi posteriore o neuroipofisi di ADH (antidiuretic hormone) o vasopressina un peptide con funzioni di ormone, neurotrasmettitore e modulatore della trasmissione nervosa. Ecco perché nella buccia di pesca si trovano livelli significativamente più alti di minerali, capacità antiossidante e fenolici rispetto a quelli della polpa. Per questo l’assunzione di pesca non sbucciata, ma lavata, è utile come una valida fonte di antiossidanti naturali per alimenti funzionali e applicazioni nutraceutiche. Questo in particolare negli anziani nei quali è diffusa un au-mento della pressione arteriosa che può essere in parte mitigato dalle molecole contenute nella buccia della pesca che inibiscono l’angiotensina II. In generale, comunque, nella buccia dei frutti sono contenuti principi attivi (polifenoli ecc.) che la selezione naturale ha sviluppato per la protezione del frutto stesso dall’ossidazione e dagli attacchi parassitari e radiazioni solari.

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