Questi 20 euro valgono 2.000 euro. Come riconoscerli?

Non tutti sanno che in circolazione ci sono monete e banconote che valgono molto di più rispetto al loro valore. Fra questi ci sono i 20 euro che valgono 2.000 euro. Sono banconote speciali che si potrebbero trovare in giro e quindi rendere un bel gruzzoletto a chi le possiede. Sono banconote rare anche perché ne sono state stampate poche copie. Questi 20 euro che vengono anche 2.000 euro sono dei veri e propri biglietti di prova, destinati principalmente al governatore della Banca Centrale Europea e a qualche illustre personalità.

Nella parte dritta, sulla parte bianca dove si trova la filigrana, recano scritto un piccolo numero tipografico di quattro cifre. In diagonale, invece, dal basso verso l’alto sull’immagine portano la grande scritta in rosso “SPECIMEN”. Questa stessa dicitura appare, sempre sulla parte disegnata, anche sul retro. Queste banconote sono state stampate per qualche centinaio di esemplari e pertanto sono da considerare banconote R4.

Ad essere quotati sui principali cataloghi sono gli esemplari di banconote a firma Wim Duisenberg. Una banconota “specimen” da 20 ero può essere valutata fra i 1.200 e i 2.000 euro. Un bel guadagno. Non resta che mettersi alla ricerca e chissà che magari qualcuna di queste banconote non sia passate fra le nostre mani senza accorgercene.

Questi 20 euro valgono 2.000 euro.

Tra le banconote in circolazione, inoltre, esistono alcuni rari esemplari da 50 euro che nonostante i rigorosi controlli della Zecca Poligrafico dello Stato anziché avere il filo di sicurezza, che è quello visibile controluce, con la scritta “50 euro” ne ha una usata dalle banconota da 100 euro. Un fatto, questo, che conferisce alla banconota un valore piuttosto alto. Il suo valore, infatti, a secondo dello stato di conservazione viene valutato dai 350 euro in su. La spiegazione è dovuta al fatto che in circolazione ve ne sono pochissimi esemplari in quanto una volta che ci si è accorti dell’errore molti di questi biglietti sono stati a suo tempo ritirati dalla Banca d’Italia. In circolazione, però, ne sono rimasti diversi. Anche in questo caso non resta che cercarle.

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