A due anni dalla scomparsa di Pino Spinosa. Il ricordo della moglie Aurora

E’ finita! Dopo nove mesi di sofferenze, di cadute, di riprese, di pene.. è finito tutto!   Me lo aspettavo? Forse sì, anzi sicuramente, ma pensavo che quel momento non sarebbe mai arrivato.  Ed è arrivato di domenica. Ero dietro le finestre nel corridoio dell’ospedale perché da te c’erano i medici, stavi tanto male!  Ascoltavo il bip dei monitor col fiato sospeso… speravo.. ma ad un tratto, silenzio!   Dal Lungomare si alzarono i giochi d’artificio. C’era una manifestazione di quad.  Io pensai che fosse il giusto saluto per te che partivi, per raggiungere altri lidi, altri posti, altri.  Mi hai lasciato senza avermi dato l’ultimo saluto, l’ultimo sguardo, eppure io ero là!  Dal 18 marzo cominciò l’andirivieni dall’ospedale e da quel giorno l’unico mio obiettivo era accudirti ed aiutarti a guarire. Aspettavo la tua aggressività verbale per essere certa che stavi meglio ed invece rassegnato dicevi “ per favore, per favore, sto male!” Che giorni! Che notti interminabili! L’ospedale era diventato la nostra casa, la mia chiesa, il mio altare.. Ero sempre lì, tu pensavi che io ti avrei aiutato a scansarti mali e problemi ma ahimè! Nulla ho potuto fare, null’altro che assisterti e con devozione

A PINO

SULA SUGNU

SULA MI LASSASTI

SENZA DIRI NIENTI

MANCU CU L’UOCCHI

CHI SIEMPRI PARRAVINU PI TIA

SESSANT’ANNI NZIEMMULA FACIEMMU

E TANTI.. TANTI VAI PASSAIU

MA ALLA FINI, TU, MI FACIEVI CURAGGIU

E IO’ NUN ERU SULA.

ORA NUN SACCIU CHI FARI

CHI PINSARI E MANCU CHI DIRI,

NUN SACCIU D’AUNNI PIGGHIARI

CHI SARA’ DI MIA?

SIGNURI, ALMENU TU

NUN MI LASSARI MAI!

Aurora Rizzo Spinosa

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