5 pericoli dei mirtilli per la glicemia: ecco i più rischiosi

Non tutti sanno che i mirtilli vanno bene per chi vuole tenere sotto controllo la glicemia. Come scrive il sito www.diabete.net “i mirtilli rossi mantengono bassi i valori di glicemia e colesterolo, valori importanti per chi soffre di obesità e diabete”. Nei mirtilli sono presenti molecole capaci di stabilizzare la glicemia. Sono quindi un alimento adatto in caso di sbalzi glicemici. I mirtilli apportano 25 calorie ogni etto di prodotto.

Nichel. Nei mirtilli non c’è nichel. Attenzione però ai solfiti con i quali vengono conservati. Queste sostanze possono scatenare reazioni allergiche più o meno marcate come eczemi, riniti, orticaria, anche in chi non ne ha mai sofferto. Possono anche provocare danni alla salute come alterazioni vitaminiche e distruzione delle stesse. Il consiglio, quindi, è quello di mangiare solo frutta di stagione, che non ha bisogno di particolari tecniche di conservazione.

Ossalati. Nei mirtilli si trovano delle grosse quantità di ossalati. Queste sostanze sono dei composti che, unendosi al calcio, possono portare alla formazione dei calcoli renali. Chi soffre di calcolosi non dovrebbe eccedere nel consumo di mirtilli. È consigliabile non superare 90 grammi al giorno. I mirtilli vengono anche impiegati in ambito oculistico per il trattamento della cataratta, del glaucoma e persino delle malattie vascolari e quelle degenerative della retina.

Omega-3. Nei mirtilli si trovano circa 2 grammi di omega-3 in un etto di porodotto.Tutti sappiamo quanti siano importanti questi grassi buoni. Chi soffre di glicemia deve però stare molto attento. Un aumento del consumo di omega-3  potrebbe addirittura peggiorare il metabolismo del glucosio. Quindi attenzione a non esagerare con i mirtilli in presenza di glicemia. Per assumere adeguate quantità di omega-3 molte persone fanno spesso ricorso ad integratori alimentari.

Potassio. In 100 grammi di mirtilli si trovano 160 milligrammi di potassio. Esso è importante per tenere sotto controllo la pressione arteriosa ma anche per regolare la frequenza cardiaca. Il potassio aiuta nella trasmissione degli impulsi nervosi ma anche per la contrazione delle fibre muscolari. Il potassio è un vasodilatatore. Contrasta quindi l’azione del sodio e riduce la pressione arteriosa. Il potassio, infine, influenza la secrezione dell’insulina delle β-cellule pancreatiche.

Ferro. Nelle noci si trovano circa 0,7 milligrammi di ferro ogni etto di frutta. Come scrive il sito www.diabete.net se il ferro viene assunto in quantità eccessive può diventare un fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2. Le molecole del ferro, infatti, portano alla formazione di uno stato di “stress ossidativo” che danneggia le cellule. Porta allo sviluppo del diabete riducendo la sensibilità delle cellule all’insulina.

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