La Maternità Migrante nelle Opere di Giuseppe Forte

Una vera Lectio magistralis sul tema, ma anche un forte monito all’Uomo di questo tempo così drammatico. Temi Maternità ed Emigrazione, che sono più che mai attuali in questo Natale 2021.
Temi che l’umanità credente associa inevitabilmente al Racconto della Nascita di Gesù. La Maternità raccontata nelle Opere di Giuseppe Forte esposte nell’Ottagono di Santa Caterina (Municipio) è la Maternità così come i Vangeli la definiscono: bellissimo è il testo “Donne che portano frutto” in cui Rosalba Manes che ci presenta una maternità che supera il dato biologico ai piedi della Croce, dove  “la maternità di Maria dilata i confini del dato genetico e si fa accoglienza, prossimità, custodia del discepolo amato e, in lui, dell’umanità di tutti i tempi”.
Questa accoglienza della donna viene tratteggiata con maestria da Luca nei Racconti dell’infanzia (Lc 1–2) dove ci presenta tre donne capaci di ascolto e di servizio, di fede e di profezia: Maria la vergine che è giovanissima, Elisabetta la donna matura sterile e Anna la vedova che è ultraottantenne. Maria, che darà alla Luce il Salvatore per Opera dello Spirito Santo, come ben sappiamo, sperimenta la persecuzione e la fuga, lontano dalla sua tranquilla Nazareth. Con Giuseppe, Uomo Giusto, suo Sposo, Padre e Patriarca di una nuova Umanità.
Volti sereni, sguardo sempre dolce, nella drammaticità del momento, nei deserti dell’umanità e tra le tempeste del tempo … così i volti delle madri nei quadri di Forte. Natale, la nascita di Gesù, il Cristo.
“Io sono la Via …”.
Ma il tema della mostra di Forte ci porta a meditare su un noto passo del Vangelo di Matteo (Mt 25,35-36): “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito”.
Il Bambino della Grotta lo incontriamo ora sui visi segnati dalla fatica, dal dolore, dalla fame, disidratati dopo una traversata su barche fatiscenti … col ricordo dei tanti che non sono riusciti a concludere questo viaggio. Nelle tele di Forte questi sentimenti, questo dolore vengono messi in risalto dai colori, forti e dai tratti decisi, inequivocabili, che marcano i volti di donne, uomini e bambini (raffigurati però con espressione serena. Innocenti) … Si, perchè il Gesù della Grotta oggi lo incontriamo in quelle persone che sono il nostro prossimo. Quando mai ti abbiamo visto?
Ma quando si parla di migranti non possiamo non fare un collegamento con il tema della “Via”. E, straordinari, emozionanti, i quadri dedicati a Maria proposti nella mostra da Giuseppe Forte che richiamano questo tema in maniera molto profonda. L’artista sceglie nella sua impareggiabile maestria icone della Chiesa orientale. In particolare il tipo affettuoso dell’Eleousa e della “Glycophilousa” (il Bambino tocca il mento di Maria) che evidenziano, come dice il nome, l’atteggiamento amoroso tra Madre e Figlio, volto a provocare la pietà e la misericordia del Figlio verso i fedeli. Ma Maria è l’Odigitria colei che indica la Via. E la via è Lui, la Luce del Mondo, il Salvatore. Colpisce il quadro del Bambino con alle spalle la Croce, che sintetizza il senso vero del Natale. Nelle 47 opere esposte all’ottagono di Santa Caterina un racconto del nostro tempo. Da non perdere.
Ottagono di Santa Caterina (Municipio di Cefalù): ore 10,30 – 12,30 e 17,00 – 20,00. Fino al 9 Gennaio 2022.
Testo e foto di: Giacomo Sapienza

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