Se vuoi vedere il comune più colorato della Sicilia ecco la località che devi subito visitare

I suoi abitanti sono 4.376 e si estende su una superficie di 21,92 chilometri quadrati. Si trova nel messinese e la sua festa patronale si tiene il 6 dicembre. All’interno di questo comune abitano 2.424 famiglie. Il reddito medi si aggira intorno ai novemila euro e l’età media degli abitanti è di circa 46 anni.  Stiamo parlando di Santo Stefano di Camastra che fra i suoi luoghi di interesse ha il Museo della Ceramica. Tra i suoi dolci più buoni, invece, sono da gustare “i Cannoli” che sono conosciuti in tutto il mondo.

Un po’ di storia

Il comune di Santo Stefano è tra i più popolati della provincia di Messina ma anche quello che possiede una bassa media nelle dichiarazioni irpef. Si trova al 2.507° posto in Italia per densita di popolazione. Il paese assume ufficialmente la denominazione di S. Stefano di Camastra solo a partire dal 1812. E’ l’anno in cui in Sicilia viene promulgata la Costituzione. Segna anche l’inizio della storia dell’attuale comune. Prima la borgata manteneva la denominazione di Santo Stefano di Mistretta. In questo indicava uno stretto legame con il più importante centro di Mistretta

Il Museo della Ceramica

II Museo della Ceramica di Santo Stefano di Camastra è stato inaugurato il 24 dicembre 1994. Adesso è un luogo di ricerca, studio, costruzione e anche di promozione economica della ceramica siciliana. L’obiettivo è di far conoscere la tradizione locale. Il Museo espone sia pezzi della ceramica tradizionale ma anche quelli di arte contemporanea che provengono dall’attività locale, siciliana, nazionale e internazionale. Vi si trovano esposti oggetti d’uso quotidiano dell’antica tradizione ceramica stefanese. Si va dal fiasco o “ciascu”, ai boccali per il vino e l’acqua o “cannate”. Ci sono anche le tradizionali lucerne ad olio ad una o più fiamme. Fra queste anche quella detta di Sant’Antonio a tredici fiamme, la tipica alta e stretta con due manici o “bummulu”.

Esposti anche i contenitori con coperchio per olive ed alimenti vari o “burnie”. E poi i piatti decorati con motivi semplici o “fangotti”. In mostra anche alcune acquasantiere, l’originale anforetta con due manici e con all’interno una membrana d’argilla forata per mantenere fresca l’acqua. Ed ancora le famose Giare per l’olio o i cereali di cui parla anche Pirandello che definisce quella di Santo Stefano la “ badessa” proprio per una forma maestosa e imponente. Per chi visita il Museo potrà ammirare anche la raccolta delle antiche mattonelle maiolicate che dal XVII secolo ad oggi hanno colorato ogni angolo del paese.

Da non perdervi i Cannoli di Santo Stefano

I Cannoli di santo Stefano sono una vera rarità. Sono ancora confezionati secondo la ricetta delle antiche tradizioni. La crema di ricotta è preparata da mani sapienti che sanno ancora preparare il buon cannolo del passato.

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