FALSI RICORDI

Vi è mai capitato di parlare con un vecchio amico d’infanzia di ricordi comuni che differiscono, anche di molto, l’uno dall’altro? O di non essere sicuri che un evento ricordato sia realmente accaduto? O di confondere tanto un ricordo con un altro che si insinua il ragionevole dubbio sulla veridicità dei fatti? Questi ed altri fenomeni sono stati oggetto di studio da parte di numerosi psicologi che si sono posti la domanda: è possibile far credere ad una persona di aver vissuto eventi in realtà mai avvenuti? I falsi ricordi sono fenomeni interessanti che ancora oggi non trovano una risposta unanime nel mondo scientifico ed in particolare non è chiaro come sia possibile crearli. Infatti, numerosi studiosi hanno dimostrato quanto sia facile far credere ad un gruppo di persone di avere fatto un viaggio da bambini in un pallone aerostatico oppure di essersi persi in un centro commerciale da bambini, eventi mai avvenuti (Kimberly Wade e coll.). Tutti noi pensiamo che la mente sia infallibile e che funzioni come una macchina fotografica che imprime nella memoria fatti importanti ed eventi che hanno avuto un grande impatto emotivo ma, purtroppo, gli studi sui falsi ricordi e sulla memoria, dimostrano che non è così, ossia che la mente commette degli errori nel rievocare eventi, distorcendo la realtà o creando ricordi molto distanti da quanto realmente avvenuto. Vi è la tendenza a collegare tra loro singoli elementi di eventi mai avvenuti a discapito dell’oggettività pur di apparire coerenti e di fornire un racconto esaustivo. Si creano così menzogne alle quali, col passare del tempo, si finisce per credere. Suggestioni, forti emozioni ed eventi traumatici possono dar luogo a falsi ricordi: questo fenomeno risulta quanto mai interessante ed importante per coloro che svolgono un lavoro investigativo e devono giungere alla verità al di là di ogni ragionevole dubbio. In criminologia, ad esempio, il racconto di potenziali testimoni potrebbe essere ricolmo di falsi ricordi e dunque non oggettivo. Per chi indaga risulta quanto mai importante saper cogliere i fatti nella loro oggettività ponendo le domande nel modo giusto e non tendenzioso perché altrimenti si correrebbe il rischio di creare falsi ricordi e “bruciare” la possibilità di ricostruire obiettivamente un avvenimento. Richard Wiseman dice testualmente: “I risultati rivelano che la nostra memoria è molto più malleabile di quanto siamo disposti ad ammettere. Quando una figura d’autorità afferma che abbiamo vissuto un avvenimento, la maggior parte di noi trova difficile negarlo e inizia a riempire le lacune mediante l’immaginazione. Dopo un po’ diventa quasi impossibile

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