La disabilità del fratello/sorella: limite e/o risorsa

La relazione con il fratello/sorella (d’ora in avanti fratello), se ci pensiamo bene, è la più lunga che una persona possa sperimentare in vita e consiste in un rapporto “paritario” in cui si condividono contatti fisici, verbali, non verbali, comportamenti, conflitti, atteggiamenti, percezioni, sensazioni e tanto altro ancora. Ma cosa accade quando si cresce con un fratello/sorella disabile? Di quali caratteristiche è composta tale esperienza relazionale? Quale eredità lascia il confronto quotidiano con la diversabilità? Vivere la disabilità di un fratello è una delle relazioni più ricche ed uniche sperimentate, poiché tale specificità si configura come esclusiva opportunità per lo sviluppo, tra le altre, di potenziali capacità quali problem solving o resilienza (capacità di adattarsi). Infatti, non sempre accade e ciò che potrebbe essere una potenziale risorsa può trasformarsi in un grande limite. Condividere la disabilità del fratello necessita una continua riflessione che non sempre in famiglia trova spazio. Presi dalle problematiche e dalla quotidianità esigente che talune condizioni necessitano, spesso e volentieri il fratello normodotato non trova tempo e spazio per esternare domande o dubbi e, quando lo fa, spesso i genitori si trovano impreparati a rispondere. Ciò implica il trattenere dentro, ossia crescere e diventare grandi portando con se tanti interrogativi che, inconsapekvolmente, condizionano la vita e determinano dinamiche relazionali particolari. Uno degli elementi che spesso un fratello normodotato porta con se è la gelosia ed il senso di ingiustizia: per il maggior tempo dedicato al fratello con disabilità o per i “frequenti viaggi” (per visite di controllo) ed il conseguente “abbandono” da nonni o zii, per le continue richieste di aiuto nella gestione quotidiana o per l’eccessivo carico di responsabilità perché “deve prendersi cura” del fratello disabile. In tali casi il conflitto con il fratello disabile rimane latente a vita e non ha mai la possibilità di essere esplicitato. Spesso accade che in adolescenza il fratello si allontani mostrando un certo disinteresse ma tale strategia è l’unico modo che trova per “prendere la giusta distanza emotiva” da una cosa troppo grande e “diversa” da lui. Inevitabilmente condividere la vita con un fratello disabile non è facile emotivamente e socialmente ma, se opportunamente accettata, in primis dai genitori, e compresa, spiegata, esplicitata e condivisa con tutti gli altri membri della famiglia, tale esperienza può diventare una potente risorsa di vita e non solo un limite.

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