Tenere lontano gli onorevoli per far vivere l’ospedale Giglio: parla il sindaco di Tusa

E’ uno di quei sindaci che non ha paura di dire la verità. Non gioca con le parole, come fanno tanti altri suoi colleghi, ed affronta i problemi con il linguaggio della gente e non con quello dei professionisti della politica. Angelo Tudisca da otto anni guida il comune di Tusa, una comunità di circa tremila abitanti. La decisione di voler chiudere l’ospedale Giglio a lui proprio non piace. Per le cure sanitarie, infatti, i suoi cittadini fanno riferimento al nosocomio cefaludese. «L’ospedale di Cefalù – dice – deve essere dotato di autonomia amministrativa ed economica. Alcuni preferiscono non avere i sindaci nelle scelte territoriali così possono continuare a mortificare i territori. Ho il forte dubbio che il fatto che l’ospedale sia in attivo non è stato nemmeno valutato dall’Assessorato». Per l’umiltà con la quale porta avanti la sua azione politica e per la passione che mette nelle sue battaglie politiche dovrebbe guidare il coordinamento dei primi cittadini per non perdere l’ospedale di Cefalù. Lo abbiamo intervistato.

Vogliono chiudere l’ospedale di Cefalù che serve anche la popolazione di Tusa. Cosa fare per impedirlo?

Non chiedere ai professionisti della politica di fare qualcosa per evitare ciò. Abbiamo chiesto loro di non chiudere i punti nascita, ed i punti nascita sono stati chiusi. Abbiamo chiesto loro di non chiudere i tribunali ed i tribunali sono stati chiusi. Chi legifera sconosce i territori ed i tempi di distanza che ci sono tra alcuni paesi (sia delle Madonie che dei Nebrodi) con i nosocomi più vicini. Non si rendono conto che con la declassazione dell’ospedale di Cefalù a ospedale di base migliaia di cittadini, che pagano regolarmente i tributi, non potranno accedere a delle cure fondamentali. A chi prende queste scellerate decisioni l’unico parametro che interessa è, solo ed esclusivamente, il numero di utenti che utilizzano il pronto soccorso. Sconoscono che questa decisione, comporterà che con la chiusura del Polo Oncologico, l’unico presente lungo tutta la costa che va da Palermo a Messina, i nostri concittadini malati e con grandi sofferenze, per sottoporsi alle cure dovranno percorre al giorno o per ogni visita o trattamento medico da 200 a 300 chilometri. Per non dire che questa scelta comporterà che un cittadino di Tusa che avrà un infarto miocardico acuto, morirà di sicuro, perché se non sarà sottoposto ad angioplastica primaria, cioè essere rivascolarizzato entro 90 minuti, non avrà scampo. Andremo incontro ad una mortalità per eventi cardiaci più elevata e una sopravvivenza più ridotta rispetto ai cittadini delle aree metropolitane ed ad una qualità della vita minore. Siamo in presenza di una classe politica che è in contraddizione con se stessa, da un lato considera i nostri comuni area disagiate e ci inserisce nei programmi SNAI e dall’altro, invece, ci toglie tutti i servizi essenziali.

L’ospedale Giglio dice di non ricevere fondi dalla Regione perché si autofinanzia grazie alle sue prestazioni. Che senso ha chiudere dei reparti che funzionano a livello privato se vengono portati avanti senza fondi pubblici?

Non ha senso. Ho il forte dubbio che il fatto che l’ospedale sia in attivo non è stato nemmeno valutato dall’Assessorato. Ribadisco hanno soltanto contato i numeri degli utenti che hanno usufruito del pronto soccorso. Ormai, è sotto gli occhi di tutti, che si chiude tutto ciò che funziona. Tomasi di Lampedusa scriveva tutto cambia affinchè nulla cambi, oggi, tutto cambia affinché tutto peggiori.

La fondazione Giglio formata da enti pubblici porta avanti un ospedale con regole privatistiche. Non è una contraddizione che a gestire privatisticamente l’ospedale di Cefalù siano gli ospedali pubblici più importanti del capoluogo palermitano?

È un’assurdità. Non ci vuole un laureato all’università di Harvard per comprendere che l’ospedale di Cefalù deve essere dotato di autonomia amministrativa ed economica. Basta gestire il Giglio con la diligenza del buon padre di famiglia e tenere lontano gli onorevoli per raggiungere risultati di altissimo livello.

Perché nel costituire la fondazione Giglio si è dato spazio al comune di Cefalù quale socio e non invece a tutti i comuni del distretto sanitario e magari a quelli che fanno riferimento alle sue prestazioni come Tusa?

Non so dirLe, ma penso che alcuni preferiscono non avere i sindaci nelle scelte territoriali così possono continuare a mortificare i territori.

Sarete lunedì a Cefalù all’incontro fra sindaci e consiglieri comunali del territorio?

Ieri, sabato, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Scira, ha convocato il consiglio comunale per lunedì a Cefalù. Già i consiglieri Barbera, Genovese, Salerno, Serruto Piscitello R. e Piscitello D. hanno dato la loro adesione e parteciperanno.

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