Cefalù: la festa di santa Lucia fra antiche tradizioni e impegno

La festa di santa Lucia a Cefalù si celebra nell’omonima contrada della cittadina normanna che prende il nome da una chiesetta che si trova nella zona. Al suo interno troneggia sull’altare principale la statua artistica della Santa, nella sua veste bianca a gigli d’oro. I festeggiamenti per la santa protettrice della vista iniziano di buon mattino quando alle 7,30 viene aperta la chiesa alle visite dei fedeli. Tante le persone che nell’arco della giornata vi si recano a volte anche per esaudire un proprio voto. Quanti vi arrivano possono partecipare alla celebrazione della messa. Sei gli appuntamenti con l’Eucaristica. Alle ore 8, 9, 10, 11, 12 e 15. Domani la celebrazione delle ore 9 sarà presieduta dal Vescovo Vincenzo Manzella che benedirà il cantiere della costruzione del nuovo Club med. Una delle tradizioni recenti della festa vuole un pellegrinaggio di fedeli che dalla città di Cefalù porta le persone a piedi verso la chiesetta. L’appuntamento per quanti vogliono prendervi parte è alle ore 9 in piazza Cristoforo Colombo all’inizio del lungomare. Da quella zona i fedeli raggiungeranno a piedi la chiesa percorrendo tutto il lungomare per salire dalla strada che poi conduce sul piccolo colle dove è ubicata la chiesa.

Un’altra delle tradizioni legate alle festa della Santa martire è quella del «u muttu di santa Lucia». E’ una interpretazione recitata di un’ode antica, di origine popolare, nella quale lo zampognaro accompagna l’uscita dalla chiesa dei fedeli alla fine della messa. Da qualche tempo, in occasione della festa, è il bravo cantastorie Totò Bianca a interpretarla. Legata alla chiesa di santa Lucia vi è anche una leggenda. Si narra, infatti, che il mastro cefaludese Vincenzo Combi, calzolaio, la vigilia di S. Lucia del 1645 si attardava sul lavoro e non rispettava così l’astinenza dal lavoro che si doveva alla Santa. Mentre era intento al lavoro vide uscire da un foro praticato sulla suola della scarpa con un punteruolo, per ben tre volte, uno spruzzo di sangue. Un’antica tradizione vuole che quella scarpa venga custodita ancora oggi presso la Chiesa di S. Lucia. Viene esposta al pubblico durante la giornata di festa.

L’organizzazione della festa si deve a Salvatore Valenziano e Salvatore Curcio. Il Valenziano porta avanti una tradizione familiare che vedeva suo padre Nino custodire le chiavi della chiesetta ed organizzare nel passato la festa. Quest’anno con i due organizzatori della festa hanno collaborato Marina Curcio, Simone Maraffa, Chiara Valenziano, Nunzio Urdo, Salvatore Gugliuzza e Giuseppe Calabrò. Con loro l’instancabile Giuseppe Aquia che rappresenta il club med.

Nel 2011 la chiesetta è stata ripulita e restaurata grazie all’iniziativa di Salvatore Valenziano e di tante altre persone che lo hanno collaborato. E’ stato rifatto l’impianto elettrico, pulito e ritoccato l’affresco che si trova all’interno della chiesetta, imbiancate le pareti, ripulito il portone, ripuliti la nicchia e l’altare dove si trova la statua di santa Lucia. Durante questi lavori è arrivata anche una sorpresa. Durante il restauro di un intonaco da parte di Totò e Maurizio, nella parte dell’elemosinario, sono venute fuori una valanga di monetine che erano frutto di un obolo alla Santa mai prelevato. Le monete sono state sistemate e raccolte all’interno di una bacheca che oggi è possibile ammirare.

Lo scorso 16 giugno, quando il territorio cefaludese è stato devastato dalle fiamme, la chiesa di santa Lucia è stata protetta da un vero e proprio miracolo. Le fiamme, infatti, hanno distrutto il Club med ma hanno risparmiato la chiesetta che si trova al suo interno. A colpire tante persone il fatto che il fuoco abbia solamente annerito la palma che si trova accanto alla chiesetta senza toccare tutta la vegetazione accanto. Eppure proprio questa vegetazione sarebbe dovuta saltare con le fiamme perchè attorno aveva del secco. Così non è stato. E allora in tanti allora a giugno, in mezzo all’inferno nel quale si è svegliata la città di Cefalù, hanno parlato di Miracolo di santa Lucia. Un segno per la città di Cefalù. Un segno di speranza per credenti e non credenti. Santa Lucia, infatti, è la protettrice della vista. La chiesetta che viene preservata dalle fiamme rimanda, quindi, ad un sapere vedere oltre l’inferno. Un sapere vedere che è legato ad una palma che non si è bruciata. La palma si sa, nella tradizione cristiana, è simbolo di sacrificio, vittoria, rinascita e immortalità. Per il salmista «il giusto fiorirà come palma». La palma, infatti, ritorna in vita quando sembra ormai morta.

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