Le pitture di Cimino e Milazzo per il Natale di cunti e canti

Otto pitture degli artisti Giuseppe Cimino e Patrizia Milazzo hanno fatto da cornice allo spettacolo della Zannellart, che si è tenuto martedì al Teatro Cicero di Cefalù, dal titolo «Natale tra cunti, canti e cantastorie». Otto pitture che ripercorrono, un po’ come solo i cantastorie sapevano fare, i momenti più importanti della storia di Giuseppe e Maria prima che Gesù nascesse fra i pastori. Otto pitture che narrano, così come solo i grandi artisti sanno fare, i momenti che hanno preceduto la nascita del Salvatore e che non sempre trovano spazio nei Vangeli. Vi presentiamo gli otto disegni che hanno fatto da cornice alla rivisitazione del Natale che con arte hanno fatto sul palcoscenico del Cicero l’attore Giuliano Cassataro e le cantanti Ester Katia Stimolo, Vittoria D’Angelo, Debora Marguglio insieme a Liana D’Angelo che ne ha curato la realizzazione.

Ed ecco da vicino gli otto disegni di Cimino e Milazzo che messi insieme formano quel grande cartellone su cui i cantastorie raffiguravano la storia che accompagnava la loro interpretazione.

 

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La prima pittura raffigura Maria e Giuseppe intenti a conversare dopo che la Vergine ha appreso che sarebbe diventata la Casa del Dio fra gli uomini. Una scena, quella raffigurata da Cimino e Milazzo, che si svolge all’interno della loro abitazione e colloca la Vergine in quella contemplazione che la porterà fino ai piedi della Croce del suo Figlio.

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Il secondo quadro pittorico mostra Giuseppe e Maria intenti ad iniziare il lungo viaggio che dovrà portarli verso Betlemme la città nella quale i profeti annunciano la nascita del Salvatore.

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E’ la volta del terzo quadro dove Maria e Giuseppe sono intenti a camminare verso il luogo che Dio ha scelto per farsi uomo e incontrare gli uomini. Un cammino che non poteva che svolgersi sotto lo sguardo attento degli angeli.

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Il quarto quadro mostra i due protagonisti arrivare nella città del Salvatore. Hanno chiesto ospitalità ma per loro non c’era posto negli alberghi. E’ uno degli albergatori che indica loro una bettola che potrebbe ospitarli.

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Ed ecco il quinto quadro che mostra la scena con un qualcosa di originale. Maria e Giuseppe si trovano nei pressi di quella capanna che dovrà accoglierli perchè non c’è posto per loro in città. I loro volti sono sapientemente disegnati con quella consapevolezza che solo loro potevano avere di vivere la volontà di Dio. Ed ecco perchè accanto a loro ancora una volta Cimino e Milazzo disegnano l’angelo che con la sua presenza è il «si» di Dio al cammino dell’uomo.

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Il sesto quadro è il momento dell’attesa. Maria e Giuseppe sono entrati nella bettola che sa di capanna. Vi trovano un bue che fa da comapgno al loro asino. La scena è quasi pronta, per i due artisti, a trasformarsi in Presepio. Per terra alcuni viveri e fuori, ecco la grande originalità dei due pittori, una stella sembra preannunciare loro quello che fra poco annuncerà al mondo intero.

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E’ la volta a questo punto della Natività: il settimo quadro. La nascita di Gesù è anzitutto un venire al mondo fra Maria e Giuseppe che contemplano il Figlio di Dio. Un disegno, quello di Milazzo e Cimino, dai tratti semplici e simbolici. Mostra Maria come Colei che accoglie il Salvatore e Giuseppe, invece, come colui che li protegge. Fra le mani di Lei il bambino che già nello sguardo annuncia quel Mistero che manifesterà presto al mondo intero.

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E dopo avere contemplato nella sacra Famiglia il redentore è la volta dell’ottavo quadro nel quale i due artisti cefaludesi mostrano il tradizionale presepio con un tratto di originalità. I pastori che vanno a visitare il Redentore non si fermano fuori della grotta, come nella tradizione vengono raffigurati, ma entrano in quella capanna e guardano da vicino il Bambino Salvatore quasi a volere dire che il Mistero li avvolge e sono pronti a viverlo nella loro vita.

 

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