Cefalù saluta la poetessa del silenzio e del dialogo

La città di Cefalù ha salutato per l’ultima volta la poetessa Mariella Maggiore. Lo ha fatto in mattinata nella chiesa parrocchiale degli Artigianelli. Figlia di Myra Martino Maggiore, la poetessa scomparsa a 105 anni, Mariella si fa conoscere ed apprezzare quando nel 2001 pubblica le sue prime poesie sotto il titolo «I giorni della luna». Forte del suo percorso poetico cerca di contrapporre il progresso interiore al bieco materialismo. Afferma per questo in tutte le sue liriche l’apertura del suo cuore a tutte le realtà umane. E’ questo il senso che nella presentazione di questa prima raccolta ha voluto dare Luigi Ruggeri. In un mondo che sembra andare a picco, che ignora le ragioni cristiane dell’esistere, per la poetessa Maggiore fare poesia diventa avere la ferma volontà di non soccombere agli sfaceli, di opporsi al cinismo e all’egoismo, al soppiantare l’essere con l’apparire. In altre parole la poesia dell’anima non è poesia soltanto delle idee. «E’ a mio avviso poesia del sentire – scrive Ruggeri – che spinge Mariella Maggiore a vivere la sua esperienza dentro il viaggio indefinibile e metaforico della nostalgia che percorre l’esistenza».

La poesia della figlia di Myra è stata una poetica fatta di sogno, libertà e tempo. «Concetti legati fra loro, tanto da diventare sinonimi di un occhio curioso: quello dell’anima che tutto scruta ed osserva in virtù di un impalpabile senso di infinito che sfiora il lettore quasi con delicatezza lasciandole un segno, tanto è vibrante la scrittura e coinvolgente il desiderio di solitudine e infinito che riesce a trasformare ogni cosa». E così alla fine della sua presentazione Ruggeri scrive che fra mare e luna, cioè fra la terrestrità dell’uomo e l’anelito d’infinito, Mariella Maggiore riesce ad obliare il senso del tempo che fugge inesorabile e a realizzare così la tensione simbiotica con il creato».

La poetica della poetessa cefaludese si trasforma quando dieci anni dopo, nel 2011, pubblica una nuova raccolta di poesie dal titolo «Gocce di mare». Vi confluiscono anzitutto quelle pulsioni interne alla persona quali la fede, l’amore, l’angoscia, l’ansia, la noia, la tristezza, la solitudine e la speranza. Ma anche quegli elementi del creato quali la luna, il sole, le stelle, le nuvole, la pioggia, il vento, il mare e i silenzi. In questa seconda raccolta Mariella esalta la funzione della poesia. Nel suo mondo poetico irrompe una parola chiave: il silenzio. Per Giuseppe Anania, che ne cura la prefazione, è l’apertura all’altro, l’attesa del dialogo. Per la poetessa cefaludese proprio nel silenzio si incontrano il divino e l’umano dialogando con ineffabile fiducia. Ed ora che ha chiuso gli occhi a questo mondo proprio nel silenzio della sua anima vive l’incontro con quel divino che ha segnato la sua esistenza.

Ai lettori proponiamo una delle poesie più belle di Mariella Maggiore dal titolo “Preghiera”

Ascoltami.
Parliamone tra noi
anche se muto è il dialogo.
Non vedi
che il tempi scivola
nella sua folle corsa
verso l’infinito,
verso la parete fredda
dell’ignoto?
Fermati
ad acoltare il mio richiamo,
chinati
a confortare i miei silenzi.
Tu sai
quanto pesano i rimpianti.
E’ tempoormai
di temdermile mani:
la vita è una corrente
che trascina.

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