La prima lettera pastorale del vescovo Giuseppe: chiede 22 passi sinodali

Presentata e consegnata la prima Lettera pastorale del Vescovo Giuseppe alla Diocesi di Cefalù. Arriva 168 giorni dopo il suo ingresso nella cittadina normanna. Alla base di questa Lettera pastorale ci sono il coraggio dell’ascolto reciproco e l’ascolto della Parola del Signore. Le stesse basi che Papa Francesco ha chiesto ai cristiani nella sua recente visita a Piazza Armerina. «All’inizio la Parola» è il titolo della Lettera pastorale. In copertina l’icona dell’Annunziata del Qauttrocchi, custodita nella Chiesa parrocchiale S. Maria in Gangi, che per alcuni giorni è stata esposta presso la chiesa Auditorium dell’Annunziata di corso Ruggero a Cefalù.

a. Il primo bilancio a quattro mesi dal suo arrivo a Cefalù
La lettera pastorale si apre con un primo bilancio del Vescovo a quattro mesi dal suo arrivo a Cefalù. Ringrazia per l’accoglienza ricevuta. Dice di aver visitato almeno una volta tutte le comunità parrocchiali e incontrato le amministrazioni comunali. Il vescovo riferisce che ha ascoltato il consiglio presbiterale e il consiglio pastorale, le confraternite, la consulta delle associazioni e dei movimenti laicali, il capitolo dei canonici, i religiosi, i diaconi e singolarmente tutti i presbiteri. Si è messo in ascolto del popolo per scoprirne le aspirazioni, le ricchezze e i limiti, i modi di pregare e di amare, di considerare la vita e il mondo. «Ho chiesto al Signore – scrive nella lettera – di concedermi uno sguardo contemplativo sulla Parola e sul popolo. Ho cercato di cucire la storia di questa Terra e di questo popolo con la Parola di Dio per un discernimento evangelico ossia per riconoscere, alla luce dello Spirito, quell’appello che Dio fa risuonare nella stessa situazione storica». 

b. La situazione della Diocesi di Cefalù
La prima Lettera pastorale del vescovo Giuseppe è l’occasione per far conoscere come ha trovato la Diocesi. Per far conoscere la situazione indica i sei frutti biblici che il Concilio e la Dei Verbum hanno portato nella chiesa di oggi. Li elenca in dettaglio: il rinnovamento biblico in ambito liturgico e catechistico; la pratica della lectio divina; la diffusione della Sacra Bibbia fra comunità, gruppi e movimenti ecclesiali; l’aumento di nuovi lettori e ministri della Parola di Dio; la disponibilità crescente di strumenti e sussidi dell’odierna comunicazione; l’interesse per la Bibbia in ambito culturale. A fronte di tutto questo il Vescovo dice come ha trovato la Diocesi di Cefalù e dice subito che a «Dei Verbum», la costituzione dogmatica del Vaticano II sulla Divina Rivelazione, è poco conosciuta. Poi elenca cosa ha trovato nella diocesi cefaludense.  A fronte di una maggiore familiarità con la Bibbia c’è una conoscenza non sufficiente dell’intero deposito di fede cui appartiene la Bibbia. E’ diffusa una certa difficoltà nella comprensione dell’Antico Testamento. L’approccio liturgico alla Parola di Dio nella Messa lascia sovente a desiderare. C’è un certo distacco dei fedeli dalla Bibbia. Esiste una duplice povertà quanto ai mezzi materiali nel diffondere la Bibbia e quanto alle forme di comunicazione che appaiono spesso inadeguate. Resta la frattura tra verità di fede ed esperienza di vita. Riferisce che sono significative le differenze all’interno della Diocesi: comunità che hanno dato il primato alla lettura comunitaria della Parola di Dio e comunità che vivono della conservazione di ciò che è consolidato. La religiosità popolare non è fecondata dall’annuncio della Parola. La  secolarizzazione fa da contesto alla lettura odierna della Parola di Dio e determina una condizione di vita facilmente esposta alla deriva del secolarismo consumistico, al relativismo e all’indifferenza religiosa.

c. La Prima richiesta del vescovo Giuseppe: la conversione pastorale
Dopo il bilancio pastorale dei primi mesi a Cefalù il vescovo fa conoscere subito la sua prima richiesta e chiede la conversione pastorale che spiega nei dettagli. «Significa che non si possono lasciare le cose come stanno: esige un mutamento, la nascita di qualcosa di nuovo nella pastorale e nella missione che non sia la prosecuzione di quello che si è fatto». Per questo chiede una svolta nella Chiesa in senso sinodale, una Chiesa in ascolto in cui il Vescovo è contemporaneamente maestro e discepolo: «Egli è maestro quando, dotato di una speciale assistenza dello Spirito Santo, annuncia ai fedeli la Parola di verità in nome di Cristo capo e pastore. Ma egli è anche discepolo quando, sapendo che lo Spirito è elargito a ogni battezzato, si pone in ascolto della voce di Cristo che parla attraverso l’intero popolo di Dio, rendendolo infallibile in credendo». Una richiesta, quella della conversione pastorale, che vale anche per il Vescovo e per questo annuncia che vivrà in mezzo ai suoi fedeli per ascoltare “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” ma anche per sentire la “voce delle pecore” attraverso quegli organismi diocesani che hanno il compito di consigliare il Vescovo, promuovendo un dialogo leale e costruttivo.

d. Seconda richiesta: una chiesa sinodale
Il vescovo torna all’esperienza degli Esercizi di Sinodali portati avanti in Diocesi a giugno e li definisce«entusiasmante esperienza». Alla luce di tutto questo spiega cosa accadrà adesso. Alcuni passi della Evangelii gaudium anno per anno diventeranno un percorso pastorale che ci impegnerà almeno per i prossimi cinque anni: la centralità della Parola di Dio; la priorità di ritrovare l’essenziale; la bellezza del camminare insieme nella comunione; l’urgenza di uscire per evangelizzare; l’ascolto del magistero dei poveri. In tal senso la sua Lettera è intervalla da alcune indicazioni pastorali che chiama «Passi sinodali». Si trovano in particolare alle pagine 22, 34, 42 e dalla pagina 49 alla 51.

e. La proposta: ventidue passi sinodali
La Lettera è il primo frutto dalle indicazioni emerse dai tavoli sinodali e consegnate alla Diocesi nel documento finale. Il vescovo dice che è stata accolta positivamente la proposta di dedicare un intero anno pastorale al primato della Parola di Dio: Parola da ascoltare, Parola da accogliere, Parola da annunciare. Per questo la Lettera pastorale si divide in tre parti e per ognuna vengono indicati i “passi sinodali”. Le indicazioni pastorali diventano così veri e propri passi da compiere insieme per una chiesa che ascolta, medita e annuncia la Parola. Ecco in dettaglio i ventidue passi sinodali

1. Venerare la Sacra Scrittura 

2. Tenere in luogo dignitoso i Libri Sacri, curando di riparare quelli rovinati. 

3. In ogni comunità, anche piccola, nelle domeniche e nelle solennità si introduca la processione con l’Evangeliario. 

4. La scuola teologica di base e la diaconia ministerialità laicale curino la preparazione teologica e spirituale dei lettori istituiti e di fatto, e venga istituita una scuola di dizione. 

5. I lettori della Parola di Dio siano già cresimati. 

6. La prima domenica di Quaresima, si celebri in tutte le parrocchie la Domenica della Parola, preceduta da una settimana biblica ricca di iniziative per far conoscere la ricchezza e il valore della Sacra Scrittura per la vita dei cristiani. 

7. Silenzio nelle Chiese per permettere a tutti la ricerca del raccoglimento e l’adorazione. Rispettare il silenzio liturgico prima dell’inizio della celebrazione, all’orazione colletta dopo l’invito del celebrante “preghiamo”, dopo le letture, dopo l’omelia e dopo la comunione; 

8. Silenzio nelle case dove la radio o la televisione restano costantemente accesi. Silenzio soprattutto in Quaresima, durante la quale si può digiunare dalle chiacchiere inutili e dalle continue connessioni a internet e gustare quel silenzio con l’ascolto della Parola del Vangelo del giorno. 

9. Silenzio come elemento importante dell’ecosistema ambientale.

10. Durante gli Esercizi di Sinodalità, dare inizio o consolidare l’esperienza della lectio divina settimanale in ogni parrocchia o rettoria, così da proporsi come veri e propri cenacoli della Parola. In un giorno della settimana si celebri la Santa Messa al mattino e il pomeriggio sia dedicato alla lettura orante e comunitaria della Parola di Dio. Il Vescovo propone per quest’anno la lectio continua del Vangelo di Luca. 

11. A livello di Vicariato i presbiteri insieme fanno esperienza della lectio divina anche per preparare l’omelia domenicale secondo il consiglio di Papa Francesco nella Evangelii gaudium.

12. Il servizio dell’Apostolato Biblico predispone ogni anno i sussidi per introdurre alla lettura orante e comunitaria della Parola di Dio in tutte le parrocchie. 

13. La scuola teologica di base oltre al corso biennale potrebbe proporre un terzo anno dedicato interamente alla Parola di Dio e allo studio della Costituzione Dogmatica Dei Verbum e della Esortazione Apostolica Verbum Domini.

14. Consiglio ai presbiteri e ai diaconi di rileggere e meditare i numeri dal 135 al 159 dell’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium.

15. Invito il servizio per la formazione permanente del clero a programmare una serie di iniziative per l’approfondimento dell’omelia e la proposta dell’esercizio della lectio tra presbiteri e diaconi per la preparazione dell’omelia.

16. «La Parola del Signore si diffonda e sia glorificata». Tutti i battezzati sono responsabili dell’annuncio, «Affinché per l’annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami». 

17. Le confraternite siano accompagnate dagli assistenti ecclesiastici verso la pratica della lectio Divina.

18. Dell’iniziazione alla fede fa parte l’iniziazione alla parola di Dio. Il cristiano deve essere reso capace di leggere e capire la Parola della Sacra Scrittura. Per questo uno degli scopi dell’apostolato biblico e quello di introdurre a una retta comprensione della Bibbia e alla sua lettura fruttuosa, che permetta di scoprire la verità divina che essa contiene e che susciti una risposta, la più generosa possibile, al messaggio che Dio rivolge attraverso la sua Parola. 

19. Un prezioso canale che permette di imparare l’alfabeto delle conoscenze bibliche è l’insegnamento della religione cattolica nella scuola. Esso, come è noto, considera la Bibbia quale fonte primaria e principale documento di riferimento. ha come proprio obiettivo di realizzare una alfabetizzazione culturale circa la Bibbia, sempre più intensa e bene programmata. Più specificamente, esso mira a far conoscere l’identità storica, letteraria e teologica del libro sacro, il suo contributo per la comprensione della religione ebraica e di quella cristiana, la sua collocazione nella riflessione e nella vita della Chiesa, la sua valenza ecumenica, la prestigiosa storia dei suoi tanti effetti religiosi, civili, artistici a li- vello italiano ed europeo, il suo apporto nel dialogo interreligioso e interculturale nel contesto scolastico e sociale attuale». 

20. La famiglia è il primo nucleo vitale per l’esistenza del cristiano ed è anche l’ambito primario della trasmissione della fede ai piccoli. La stessa Bibbia, è ricca di risorse pedagogiche e didattiche commisurate all’ambiente familiare. È necessario abilitare anzitutto i genitori a conoscere la Bibbia, a raccontarla come storia sacra ai propri figli, a valorizzarne i segni e i simboli, a pregare i Salmi, a familiarizzare profondamente con la figura di Gesù nei Vangeli. 

21. Sussiste un vincolo stretto che tra la fede e la cultura, la Bibbia è alla radice di tanta parte della nostra cultura italiana. Essa è un grande “codice” di pensiero, di etica, di arte, di costume, di istituzioni religiose e civili. Attraverso le opere d’arte di cui è ricco il territorio delle Madonie, si può contribuire a trasmettere i valori spirituali e umani di cui è ricca la Parola di Dio e favorire il dialogo interculturale ed ecumenico con i turisti che vengono a visitare i nostri territori. Uno scrigno di sapienza biblica è in particolare la nostra Basilica Cattedrale di Cefalù.

22. I moderni mezzi di comunicazione di massa, possono diventare strumenti preziosi per diffondere l’annuncio della Parola di Dio e la conoscenza della Bibbia. Come Chiesa dobbiamo imparare ad abitare questi spazi densi di umanità. Il web ha bisogno di testimoni alla pari del mondo fisico: ha bisogno di un Vangelo che s’inculturi in quel mondo e ne parli bene la lingua. La possibilità di comunicare la Parola di Dio attraverso internet e i social network ci deve far comprendere come per molti oggi la rete costituisca quel “lembo del mantello” – per usare un’immagine del Cardinale Carlo Maria Martini, proprio in riferimento ai mezzi di comunicazione sociale – che le persone possono toccare per entrare in contatto con Gesù. Se talvolta Facebook e gli altri social network possono sembrare un terreno sassoso, ciò non ci esime dal gettare il seme della Parola. Non sarà il numero dei like a costituire la misura della sua fruttificazione, ma la potenza della Parola che fa nascere prima lo stelo e poi la spiga ricca di semi. 

f. La raccomandazione del Vescovo: la recita dell’Angelus Domini
Nella sua lettera il vescovo Giuseppe rivolge a tutti una raccomandazione. Recitare l’Angelus Domini. E’ la preghiera tradizionale con cui i fedeli tre volte al giorno, all’aurora, a mezzogiorno, al tramonto, commemorano l’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria. L’Angelus è quindi il ricordo orante dell’evento salvifico per cui, secondo il disegno del Padre, il Verbo eterno, per opera dello Spirito Santo, si è fatto uomo nel grembo della Vergine Maria. Per il Vescovo Giuseppe la preghiera quotidiana dell’Angelus Domini offre a tutti i credenti, e in tutte le situazioni di vita, la possibilità di ritmare la giornata con l’ascolto del Vangelo e la professione della fede trinitaria. Per la sua brevità e semplicità, questa preghiera è davvero una sosta ideale per volgere la mente e il cuore al nostro Dio, per orientare la vita e le relazioni all’ascolto e al dialogo con lui che viene a noi, per farci suoi partner e testimoni. «Raccomando a tutti la recita quotidiana – scrive il Vescovo – è auspicabile che, in alcune occasioni, soprattutto nelle comunità religiose, nei santuari dedicati alla beata Vergine, durante lo svolgimento di alcuni convegni, l’Angelus Domini […] venga solennizzato, ad esempio, con il canto delle Ave Maria, con la proclamazione del vangelo dell’Annunciazione e il suono delle campane».

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