Filippo Baccelliere: il bagnino che ha salvato un neonato lasciato dalla madre sul canotto

Filippo Baccelliere nasce a Cefalù il 16 marzo 1954. Fin da piccolo ha mostrato una grande passione per il mare, affascinato dalla sua bellezza e della sua maestosità.  Già a 17 anni faceva parte di un lido Cefaludese dove ha cominciato ad apprendere il duro e responsabile lavoro del bagnino da quelli più anziani. Con il passare degli anni Filippo diventava sempre più esperto e sempre più consapevole delle responsabilità che incombono su un addetto al salvataggio, e, direi purtroppo, le occasioni per poter mettere in atto tutto quello che aveva imparato negli anni certamente non mancarono.

Nei suoi anni di bagnino nei lidi Cefaludesi di vite umane ne ha salvate parecchie, senza clamore, senza pubblicità da persona umile e discreta qual è sempre stato. Mi fa piacere però ricordare due episodi in particolare. Filippo essendo diventato ormai un bagnino esperto veniva richiesto anche nei grandi alberghi così andò a lavorare negli anni ’70 come bagnino presso l’hotel baia del Capitano sito in Mazzaforno. Un giorno, mentre il suo occhio esperto scrutava il mare intuendo che a breve si sarebbe agitato parecchio, cominciò a far uscire dall’acqua tutti i bagnanti ma si accorge che a distanza vi era una barca a vela con due ragazzi a bordo.  Nel giro di pochi minuti il mare si alzò tempestoso tant’è che la barca a vela si capovolse e i due ragazzi caddero in acqua. Filippò si tuffo noncurante del mare in tempesta e aiutato da una corda riuscì a raggiungere i due ragazzi e con coraggio e maestrìa senza eguali li trasse in salvo entrambi contemporaneamente. Una volta giunto a riva si tuffò nuovamente per raggiungere la barca a vela dei due ragazzi che ormai stava prendendo il largo riuscendo a raggiungere e portare a riva anch’essa. L’abbraccio incredulo e riconoscente dei due ragazzi è certamente stato la migliore soddisfazione per Filippo che non ha mai dimenticato i loro visi e i loro sorrisi. 

Altro episodio avvenne qualche anno dopo, sul Lungomare di Cefalù, allorquando mentre controllava il mare nota la presenza di un canotto che il vento stava portando al largo. Filippo mise subito il pattino in acqua e remando è riuscito ad arrivare accanto al canotto, e, con immenso stupore, constatava che sul canotto stesso vi era soltanto un neonato di appena 4 mesi che piangeva disperato.  Riportato immediatamente il canotto in spiaggia veniva avvicinato da una madre disperata che non si era accorta che il canotto col bimbo che aveva lasciato sulla battigia era stato velocemente trascinato dalla corrente. Filippo, che certamente non le manda a dire, rimproverò severamente la madre per essere stata così incosciente. 

Il lavoro del bagnino a volte è anche ti rende anche impopolare principalmente quando si rimproverano le persone che entrano in acqua quando il mare è agitato ma l’essere decisi e severi con gli incoscienti avrà salvato certamente chissà quante vite umane.  Filippo adesso non fa più il bagnino e si dedica con dedizione alla figlia e alla moglie, ma certamente l’amore per il mare in lui  non potrà mai affievolire e ogni volta che lo osserva ricorda quei giorni passati sotto  il  sole a salvare vite umane. Alcuni volti riconoscenti delle tante persone tratte in salvo sono ancora scolpite nella sua memoria e quando gli capita di ripensare proprio a loro un sorriso involontario gli si stampa sul volto, consapevole di avere sempre fatto il proprio dovere con passione e dedizione.  

Pubblichiamo su cefalunews una sezione per far conoscere i bagnini cefaludesi che hanno operato ed in alcuni casi operano ancora a Cefalù. L’idea di raccogliere le loro biografie è del Kefablog, l’iniziativa nata per far conoscere Cefalù, finanziata con 1.800 euro di borse di studio costituite dagli emigrati cefaludesi che fanno parte dell’associazione Cefaludesi nel mondo. Ai partecipanti è stato chiesto di pubblicare la biografia di un bagnino che ha operato o opera a Cefalù. Le biografie saranno lette da una giuria di emigrati cefaludesi che attribuiranno dei punteggi ai partecipanti. Alla fine della gara al vincitore andrà una borsa di studio di trecento euro. (Biografia a cura di Giulia Cammarata)

 

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