Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione: perché sceglierlo esterno

Come è noto, la sicurezza sul lavoro è sempre al centro dell’attenzione quando si parla di occupazione e sistema produttivo. Questo perché il tema della sicurezza tocca aspetti molto particolari della vita lavorativa del lavoratore e del sistema organizzativo dell’azienda.

In Italia è il Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro ad essere riferimento assoluto per questa materia tanto dibattuta. Le modifiche più recenti, d’altronde, sono principalmente recepimenti di direttive europee; ciò significa che l’importanza assunta dalla materia le permette di avere respiro in tutta la comunità europea.

Il Testo Unico riporta le misure generali per tutelare il lavoratore in azienda prevedendo determinate misure di sicurezza. Per misure di sicurezza sono da intendersi sia delle procedure specifiche che le singole apparecchiature e dispositivi per innalzare qualitativamente gli standard per l’incolumità del lavoratore.

A tutto ciò va necessariamente aggiunta la formazione costante sotto forma di corsi di aggiornamento per le nuove normative, le nuove disposizioni e le nuove apparecchiature.

Cosa sapere e perché è importante il responsabile del servizio di prevenzione e protezione

La normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro è da ricondursi all’articolo 32 del Decreto Legislativo numero 81 del 2008 che stabilisce l’obbligatorietà per un’azienda di dotarsi di una figura qualificata come Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, abbreviato con acronimo RSPP.

A seconda del numero di dipendenti dell’azienda, il RSPP potrà essere affiancato anche da una sorta di aiutanti definiti Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione. La figura di RSPP è individuata dal datore di lavoro e deve coordinare tutto ciò che è inerente ad ogni tipologia di rischio che minerebbe l’incolumità dei lavoratori.

Non è richiesto un particolare titolo di studio oltre la licenza media ma è necessario acquisire nozioni essenziali a gestire le diverse classi di rischio individuate nei settori ATECO.

Vi sono tre livelli di rischio: il basso, medio ed alto e per ognuno di essi sono previsti iter di formazione con un numero definito di ore in funzione del settore di impiego.

È fondamentale che ci si adoperi prontamente ad integrare queste competenze nel proprio organico per la sicurezza del personale e del luogo dove si svolge il lavoro.

Il RSPP esterno, funzioni e caratteristiche per una valida alternativa

Il RSPP collabora con il datore di lavoro per individuare potenziali rischi presenti a tutti i livelli delle fasi di produzione, per pianificare misure volte a contenere questi fattori di rischio e monitora il tutto costantemente sempre rapportando al proprio datore.

Questo incarico può essere attribuito ad un soggetto terzo rispetto all’azienda, il tal caso si parlerebbe di RSPP esterno. Quest’ultimo è un professionista esterno all’azienda che individua i fattori di rischio della committenza, effettua le valutazioni rapportandole alla direzione, individua le misure da adottare per tutelare i lavoratori e l’ambiente in cui operano ed elabora le procedure da attuare in casi di necessità.

Questo tipo di professionalità è fondamentale per mantenere un livello di aggiornamento, e quindi di tutela, sempre elevato. Questo perché il RSPP esterno coordina la formazione ed i piani di informazione dei lavoratori ed è in grado di fornire ulteriori nuovi spunti per il miglioramento delle pratiche e delle soluzioni adottate dall’azienda.

Altra caratteristica fondamentale è la posizione di neutralità tra la direzione ed il comparto dei lavoratori riuscendo ad evidenziare eventuali negligenze da entrambe le parti con una notevole indipendenza.

Con un RSPP esterno si può puntare a raggiungere risultati ottimali in quanto uno dei vantaggi del nominare una figura così importante delegando un professionista terzo all’azienda è proprio il tempo che questo può impiegare per la propria attività di RSPP che, essendo esattamente quello il proprio lavoro, svolgerà con più attenzione e maggiore efficacia rispetto a quello che ci si potrebbe aspettare da una delega interna della stessa mansione.

D’altronde è l’articolo 31 al comma 4 del Decreto Legislativo numero 81 del 2008 ad indicare quali sono i requisiti professionali per il RSPP e non tutti i lavoratori ne sono provvisti.

Pertanto ricorrere ad un RSPP esterno è la soluzione per ottenere il miglior risultato nel minor tempo possibile.

In riepilogo

Concludendo, è la prevenzione ciò che determina la qualità del lavoro in termini di sicurezza.

Mettersi in regola significa seguire passo dopo passo la normativa ed i suoi mutamenti restando sempre aggiornati e consentendo alle proprie procedure di migliorarsi con il migliorare dei processi produttivi e della tecnologia.

Ugualmente per i lavoratori che devono dimostrare di essere sempre pronti e preparati a gestire situazioni non convenzionali che potrebbero recare danni alla propria salute o ai propri colleghi.

Ecco perché la formazione è essenziale ed occorre la giusta sensibilità affinché la normativa possa essere realmente efficace.

Informazioni dell’articolo tratte da: https://www.studiohs.it/sicurezza-sul-lavoro/rspp-esterno/

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