Cefalù: come si vive in città con il silenzio del coronavirus

Anche a Cefalù le giornate del coronavirus sono accompagnate dal silenzio. Lo respiri a tutte le ore e lo senti in tutte le strade. Ti penetra dentro perché è un silenzio che ha invaso tutti e tutto. Ha abbattuto barriere e fatto cadere distinzioni perché ha costretto tutti a restare in casa senza proteste, dissensi e contestazioni. A Cefalù il silenzio del coronavirus ti accompagna dal mattino alla sera e ti fa compagnia anche quando si spengono le luci della notte. Lo leggi nella foto che pubblichiamo scattata da Leo Ruvituso dal balcone di casa sua. E’ un silenzio forte, granitico, intenso e senza limiti. Un silenzio che ha fermato il canto nelle chiese trasformando persino il modo di pregare. Questo silenzio ti accompagna dovunque vai e ha invaso ogni angolo del nostro esistere. A Cefalù ti accorgi che è diventato compagno di tutti quando ci si affaccia su piazza Duomo. Basta alzare lo sguardo verso quella Cattedrale, che ha fatto la storia della città, per accorgersi che nessuno è sfuggito al silenzio del coronavirus. Ha cambiato le nostre giornate. In poche ore ha trasformato le nostre vite strappandole dal legame con il futuro. Che ne sarà del domani? Si tornerà a vivere come prima o la nostra vita è stata cambiata per sempre? Al momento c’è una sola certezza: tutto è cambiato. Te ne accorgi scorrendo le pagine social che da spazzatura si sono trasformate in occasioni per lanciare messaggi di speranza e luoghi dove socializzare richieste di comportamenti. A Cefalù, come in tutta la Penisola, il silenzio del coronavirus ha riportato i sentimenti sani di patriottismo perché in un attimo ha fatto capire che ci si potrà salvare solamente se vi va avanti insieme. E’ un silenzio che resterà per sempre nella nostra mente come i rumori e i ricordi delle bombe di guerra sono rimasti nella mente dei nostri nonni. C’è chi dice che siamo in guerra perché, oggi come ieri, ci si difende dal nemico chiusi in casa e nel silenzio. Per una volta questo silenzio ci ha fatto capire che il nostro nemico non è chi ci sta di fronte e nemmeno chi cammina accanto a noi. A Cefalù le nuove giornate sono accompagnate dal silenzio del coronavirus. Un silenzio difficile da descrivere. Un silenzio dal quale nessuno può sfuggire. (La foto è di Leo Ruvituso)

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