Viviana e Gioele, l’inchiesta riparte da zero: non ci sono certezze

Riparte da zero l’inchiesta sulla morte di Viviana Parisi, la dj trovata senza vita l’8 agosto sotto un traliccio della luce a Caronia, e del figlio Gioele, i cui resti sono stati scoperti, poco lontano, 10 giorni dopo, tra rovi e fitta vegetazione. «Gli accertamenti genetici effettuati sui tamponi prelevati all’interno del mezzo e sul parabrezza dell’auto della donna – dice il procuratore di Patti, Angelo Cavallo – hanno finora fornito esito negativo, anche per quanto riguarda la presenza di eventuali tracce di sangue. Pertanto, non è ancora possibile formulare, allo stato, alcuna seria ipotesi sulle cause di morte del piccolo Gioele». Gli inquirenti avevano ipotizzato che il bambino fosse morto poco dopo l’impatto dell’Opel della madre con un furgone e che la donna, già in precarie condizioni psichiche, si fosse suicidata poco dopo buttandosi dal traliccio. Le tracce biologiche trovate nel veicolo, che avrebbero potuto confermare questa pista, non sono univoche. Ecco perchè si riparte da zero. «Il lavoro del collegio di consulenti incaricati degli esami autoptici, genetici e morfologici, nominato il 25 agosto, è tuttora in corso ed è nelle sue fasi iniziali; tale compito, come è facilmente intuibile, si preannuncia lungo, complesso e, per forza di cose, articolato in numerose sessioni. – spiega il magistrato – Contrariamente a quanto riportato da alcuni organi di stampa nei giorni scorsi, non è ancora possibile formulare, allo stato, alcuna seria ipotesi sulle cause di morte del piccolo Gioele. Come già detto in precedenza, questo ufficio prosegue tuttora le indagini in ogni direzione, senza tralasciare alcuna ipotesi».

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