Violenza sulle donne, la Sicilia la regione con più codici rossi d’Italia

La Sicilia è la Regione italiana con più casi di revenge porn ed è tra i primi posti in per quanto riguarda lo stalking. Lo dicono i numeri diffusi dal Viminale.

Neri primi dieci mesi di quest’anno sono aumentati del 10% le violazioni dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e dei divieti di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (da 1.584 a 1.740). Così un report sulla violenza di genere pubblicato sul sito del Viminale, che analizza il fenomeno a due anni dal Codice rosso.

Dall’entrata in vigore del Codice rosso sono stati 4.234 i casi in tutta Italia, in particolare Sicilia (585), Lazio (452), Lombardia (398), Piemonte (386) e Campania (340) sono le regioni con il maggior numero di violazioni.

In forte crescita nei primi dieci dell’anno i reati di deformazione dell’aspetto della persona con lesioni permanenti al viso (+35%, da 46 a 62). In totale, dall’entrata in vigore della legge sono stati 143 i delitti di questo tipo commessi. Le vittime donne sono il 22%, gli autori sono nel 92% dei casi di sesso maschile. Il reato di costrizione o induzione al matrimonio – introdotto con il Codice rosso – ha fatto registrare nei primi dieci mesi dell’anno un considerevole aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: +143%, da 7 a 17.

Dal primo gennaio al 31 ottobre, si è verificato un incremento rilevante dei casi di revenge porn: sono 1.099 quest’anno, il 45% in più rispetto ai 759 dello scorso anno. Il reato è stato introdotto dalla legge sul Codice rosso nel 2019, e in 27 mesi di applicazione sono stati complessivamente 2.329 i reati denunciati, le vittime sono nel 73% dei casi donne, italiane (87%), maggiorenni (82%). Le regioni in cui, in valori assoluti, si è registrato il maggior numero di violazioni sono la Lombardia, la Campania e la Sicilia.

La maggior parte delle donne vittime dei cosiddetti reati spia, dallo stalking ai maltrattamenti alle violenza sessuale, ha un’età compresa tra 31 e 44 anni (36% nel 2020 e 34% nel 2021) e seguono quelle di età compresa tra i 18 e 30 anni (22% si quest’anno che l’anno scorso). Nei primi dieci mesi del 2020 e del 2021, la percentuale di vittime minorenni si attesta all’8%. Lo segnala un report della direzione centrale della Polizia Criminale, pubblicato dal Viminale. Per quanto riguarda il profilo degli autori dei reati, la maggior parte (il 38% secondo i dati di quest’anno) ha un’età compresa tra i 31 e 44 anni, cui seguono quelli della fascia tra i 45 e i 54 anni (sono il 23% nel 2021) e quelli tra i 18 e 30 anni (20% nel 2021), i minorenni sono il 2%. Sono italiani nel 73% dei casi.

Cambia impostazioni privacy
Torna in alto