Seconda Guerra Mondiale. La galleria ferroviaria dismessa di Termini Imerese (PA)

Durante il periodo bellico le gallerie ferroviarie della penisola funsero da rifugio antiaereo, soprattutto dettero riparo ai treni armati. Infatti, ciascun convoglio era utilizzato essenzialmente per la difesa costiera e dei porti da attacchi aeronavali.

Nella Seconda Guerra Mondiale, i treni armati operarono in quasi tutto il territorio metropolitano: il Golfo della Liguria, la costa adriatica, lo Ionio e il Tirreno.

I treni Armati, nello specifico quelli gestiti dalla Regia Marina, sostavano nelle vicinanze delle stazioni o scali ferroviari, al riparo di muri rialzati (costruiti dal personale di MARIGENIMIL, il Genio Militare per la Marina) oppure disposti in trincee naturali, adoperando una specifica colorazione, per mimetizzarsi con l’ambiente in cui dovevano intervenire. Il treno armato era trainato da due locomotive FS 290 o 875, poste una alla testa e una in coda. Le caldaie delle motrici erano sempre in pressione, pronti a muoversi in ogni momento per raggiungere le zone di operazione.

Ai ciascun T.A. era assegnato un settore di difesa, solitamente lungo circa 60 chilometri, l’assegnazione avveniva in base al calibro delle armi in dotazione, e alla la distanza della ferrovia dal mare, quest’ultima, principale zona di minaccia. Quindi, per ovvie ragioni strategiche, queste “navi da guerra su rotaia” venivano custoditi nelle gallerie nel caso che sempre queste ultime esistessero nelle vicinanze.

[…] La mattina del 12 luglio 1943, quando via radio fu comunicato al presidio militare di Termini che stavano arrivando degli aerei americani, il treno armato si affrettò ad andare a nascondersi sotto la galleria. I Marinai del treno armato, passando, gridavano alla gente di andare nei ricoveri e di scappare. Dopo pochi minuti sentimmo arrivare i bombardamenti […].

[…] Una parte della popolazione di Termini bassa, specie dei quartieri di pescatori, si rifugiò sotto la galleria del porto rimanendovi per diversi giorni. Quelli che uscivano di là erano anneriti come carbone. Figurarsi le condizioni igieniche di questi accampamenti di fortuna […].

Ingresso della galleria dismessa scavata nella roccia calcarea (lato Palermo)

A distanza di 79 anni, sono entrato per la prima volta nella galleria dismessa di Termini Imerese, dopo averne parlato e scritto in articoli precedenti. Non ci sono parole per descrivere l’emozione che ha suscitato in me tale esplorazione. Tuttavia, al il mio stretto collaboratore, presente in quella “mia storica giornata”, ho chiesto di stilare una breve e circoncisa relazione.

Quindi ho domandato al Dott. Geologo Donaldo Di Cristofalo (1) di darci un resoconto di ciò che ha visto durante il suo sopralluogo in galleria, che ricordiamo era a unico binario, e smise di essere adoperata negli anni ’50 del XX sec. per fare posto all’attuale linea ferrata (che trovasi parallela a quella in disuso), attrezzata con due binari.

Galleria ferroviaria dismessa di Termini Imerese

(sopralluogo dell’11 maggio 2022)

«Con una lunghezza di circa 350 metri lineari la galleria ha sostanzialmente la stessa altitudine della linea ferrata in esercizio (attorno ai 15 m.s.l.m.).

 Essa si sviluppa su un’ampia curva, seguendo il rilievo roccioso soprastante (del “Castello di Termini Imerese”).

Ingresso della galleria dismessa – lato Palermo

 

Le due gallerie parallele (da sinistra quella dismessa e l’altra in attività) con ingresso lato Messina

 Il pavimento della galleria risulta privo sia degli elementi della linea ferrata (traverse e binari), sia di qualunque tipo di massicciata, essendo macroscopicamente costituito da terra fine compatta. A luoghi sono evidenti percolazioni d’acqua dalla volta, con pozze di piccola dimensione e concrezioni sulle pareti».

Note:

 (1) Geologo, già funzionario presso il Comune di Termini Imerese (PA), appassionato di storia militare e membro del “Comitato spontaneo per lo studio delle fortificazioni militari”.

Bibliografia e sitografia:

Giulio Benussi, “Treni armati, treni ospedale 1915-1945”, Ermanno Albertelli Editore, Parma 1983.

Franco Rebagliati, “I treni armati della R. Marina in Liguria (1940-1945)”, Alzani, Pinerolo, 2004.

Mario Pietrangeli, “Le ferrovie militarizzate, i treni armati, i treni ospedale nella Prima e Seconda Guerra Mondiale (1915-1945)”, Como CESTUDEC, 2012.

Virginio Trucco,I treni armati”, Tecnica Professionale N° 7 Luglio/Agosto 2013.

Giuseppe Longo, 2016, “Gennaio 1916: entravano in azione i treni armati della Regia Marina”, Cefalunews, 26 gennaio.

Giuseppe Longo, 2020, “La storia dei treni armati della Regia Marina”, Cefalunews, 28 luglio.

Giuseppe Longo, “Il treno armato tra i due conflitti mondiali”, in “Pagine sul secondo conflitto mondiale in Sicilia e nel distretto di Termini Imerese”, Istituto Siciliano Studi Politici ed Economici (I.S.P.E.), Palermo, 2021.

Giuseppe Longo 2021, “Prima Guerra Mondiale: “Le navi da guerra su rotaia. L’esordio in Adriatico”, Cefalùnews, 27 novembre.

Lorenzo Bovi, Calogero Conigliaro, Giuseppe Todaro, “Treni armati in Sicilia”. Ediz. Illustrata, Edizioni Ardite 2022.

 

Foto di copertina: Ingresso della galleria dismessa – lato Messina

Giuseppe Longo
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