Galleria di sfollamento dello Spinito: dal limbo all’inferno

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo una lettera a firma di Giuseppa Di Salvo su quanto è accaduto in consiglio comunale sulla galleria di sfollamento dello Spinito.

Avevamo detto “finalmente un passo sarà fatto”: la richiesta di variante progettuale relativa alla galleria di sfollamento sarà formalizzata come richiesto dal responsabile RFI per la Sicilia ing. Filippo Palazzo (“l’Amministrazione Comunale dovrà trasmettere apposita delibera dell’Organo titolato a richiedere la variazione..”) nella lettera al Sindaco di Cefalù del 5 agosto 2016. Dopo cinque mesi di limbo in cui siamo stati gettati noi tutti abitanti dello Spinito e cioè dal 16 giugno 2016, giorno in cui è stata presentata dal prof. Fabio Cafiso la relazione tecnica, che in modo assolutamente inequivocabile, prefigurando “danni anche gravi agli edifici e alla viabilità” proponeva di “ spostare altrove la galleria di sfollamento”, avevamo detto “finalmente” perchè nel Consiglio Comunale che si è svolto ieri sera un punto all’odg recitava: “ Approvazione della richiesta di variante progettuale ai lavori di raddoppio della tratta Fiumetorto -Cefalù – Castelbuono (Lotto II) che contempli lo spostamento della galleria di sfollamento e della relativa rampa di accesso per garantire la stabilità della zona urbanizzata sovrastante.”

Sapevamo, purtroppo, che sarebbe stato solo un primo passo, perchè nella stessa lettera il responsabile RFI non solo non condivide la relazione (e come potrebbe!!!) del prof. Cafiso affermando che “le risultanze delle campagne geognostiche e degli studi condotti nel corso della progettazione scongiurano di fatto, i pericoli prefigurati per i fabbricati ”, ma essendo la eventuale richiesta avanzata “ a lavori già in corso”, minaccia “ qualora fosse tecnicamente possibile” “oneri da quantificare” a carico del Comune e “cionondimeno” afferma di avere inoltrato richiesta al soggetto tecnico Italferr di rappresentare le controdeduzioni alla relazione tecnica di parte.

Avevamo pensato che all’unanimità i consiglieri comunali, tutti, di fronte ai pericoli certi prefigurati e ribaditi dal prof. Cafiso, presente, perchè invitato, alla seduta del Consiglio, non avrebbero esitato a deliberare velocemente quella che era una semplice richiesta di variante, che sarebbe servita, se non altro, a tranquillizzarci un po’ e ad iniziare un iter certamente non facile, ma da perseguire insieme.

Purtroppo il consiglio si è svolto diversamente. 
Non avevamo fatto i conti con l’opposizione, che rappresentata dal consigliere Iuppa, ha espresso perplessità sulla trattazione del punto, parlando addirittura di pregiudiziale e sostenendo che il Consiglio non era legittimato a deliberare in assenza di una, secondo lui, necessaria e precedente delibera della Giunta. Non possiamo qui riferire gli interventi, pretestuosi e ripetitivi fino alla nausea di tutti i componenti dell’opposizione, interventi con cui si voleva, per forza avere ragione, anche di fronte alle dichiarazioni del Sindaco, che ha ribadito diverse volte la volontà, in merito, di tutta la giunta e riferito sugli atti che essa ha già prodotto; anche di fronte all’intervento del prof. Cafiso che ha affermato che nel progetto da lui esaminato non si è tenuto conto della falda e che le affermazioni del dott. Palazzo “non hanno nessuna base scientifica”; né infine di fronte alla dichiarazione della segretaria comunale di “inammissibilità della pregiudiziale” presentata.

Possiamo riferire, però, l’indignazione di tutti i presenti che hanno dovuto assistere a questo gioco che si ha avuto il coraggio di definire “politico” e che si è concluso dopo cinque ore di chiacchiere (dalle ore 20,30 alle ore 01,30 ) con la proposta del consigliere Fatta, condivisa dal consigliere Cesare, per venire incontro ai consiglieri di opposizione, di rinviare la deliberazione al prossimo Consiglio, in quanto il punto, a suo dire, merita un ulteriore approfondimento e di invitare nello stesso, oltre che il prof.Cafiso, anche il dott. Palazzo quale rappresentante RFI, per un confronto (?).

Ieri sera è emersa una amara e sconfortante verità: nessuna classe politica è degna di occupare il posto che occupa se antepone al bene pubblico le ripicche personali, le contrapposizioni pretestuose, le questioni di principio al di fuori di ogni logica apparente.
Il bene pubblico, per la città di Cefalù, non solo per gli abitanti dello Spinito, è rappresentato, oggi, dalla urgente necessità di non mettere a rischio assieme ai beni immobili faticosamente acquisiti, la salute fisica e mentale di chi deve subire scelte non sempre ponderate. E’ bene che i Consiglieri tutti riflettano bene se non ambiscono ad essere ritenuti corresponsabili, forse anche penalmente, del più grande scempio del territorio mai operato su Cefalù.

Giuseppa Di Salvo

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